
Paolo Giannotti ricorda il grande poeta
Massa, 19 dicembre 2016 - Canoni di affitto irrisori, pochi controlli e alla fine le casse comunali che piangono. Si è parlato anche delle cave, alla Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi a palazzo Santa Elisabetta, nel corso di un convegno tutto dedicato alla figura di Ubaldo Bellugi, poeta dialettale, autore di testi teatrali, drammaturgo, per 15 anni podestà di Massa. E in questo ruolo Bellugi provò persino a mettere ordine nel mondo delle cave. A ricordare il passato e le iniquità che oggi impoveriscono la città, complice l’immobilismo di palazzo, è stata la storica Franca Leverotti, archivista, docente universitaria, ambientalista.
«In materia di cave, Massa è ferma alla legge del 1846 che prevede canoni agrari. Ubaldo Bellugi provò, come podestà, a fare nel 1930 un nuovo regolamento per far pagare di più produttori e trasportatori, ma oggi chi scava paga 0.024 euro di reddito agrario e chi trasporta paga 13 euro a tonnellata, di cui solo 5 vanno al Comune» ha detto la Leverotti. «Nel 1968 il Comune di Massa si svegliò e provò a verificare le concessioni, nel 1995 la Regione Toscana fece un regolamento mai approvato, ma dal 1996 le cave sono materia gestita da giunta e dirigenti, con totale esclusione del consiglio comunale».
Cave a parte, i lavori della seconda tornata di studi del 157esimo anno accademico, erano stati aperti da Paolo Giannarelli, presidente della sezione massese della Deputazione, che ha ricordato le iniziative prese da Bellugi per la città, come il lungomare e viale Roma, mentre Paolo Giannotti ha parlato dell’attività letteraria e teatrale di Bellugi, e del suo archivio donato dalla nipote Anita Bonotti all’Archivio di Stato. «E’ una donazione importante, che mette a disposizione di tutta la città un patrimonio di documenti, fotografie, manoscritti, opere non pubblicate, carte preziose per tracciare un vero bilancio di Bellugi» ha detto Giannotti. «Prima viene la persona, poi la sua idea politica» ha concluso la nipote Anita Bonotti auspicando nuovi studi sulla figura dello zio.