Pazienti infettati dopo un'iniezione, medico indagato

Artrite settica causata da un’iniezione. Lo studio sotto sequestro

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Il corridoio di un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Massa, 3 luglio 2019 - «Sì, sono io...» Risponde al telefono il medico (ora in pensione) iscritto nel registro degli indagati per il reato di lesioni colpose, con l’accusa di aver causato un’infezione a una trentina di suoi pazienti. Infenzione nata, secondo le accuse mosse dalla procura, da alcune inizioni alle gambe eseguite all’interno del suo laboratorio.

Un professionista molto conosciuto in città, in passato è stato primario di reparto all’ospedale di Massa. In questa fase giudiziaria non intende rilasciare dichiarazioni. Alle persone che lo conoscono, pazienti e non solo, non sfugge l’amarezza che il professionista sta provando in queste ore. E chi lo conosce sa anche che ha piena fiducia nella magistratura.

Lui, gentile e deciso, non vuole entrare nel merito della vicenda giudiziaria della quale suo malgrado è protagonista. La Procura della Repubblica (gli accertamenti dei carabinieri sono coordinati dal sostituto procuratore ministero Alessandra Conforti) sta verificando quale possa essere stata la causa della infenzione che avrebbe colpito una trentina di pazienti che si sono rivolti alle cure nell’ambulatorio di Marina.

Hanno lamentato dolori, si sono così rivolti al pronto soccorso del Noa dove è emersa l’infezione: sulla vicenda la procura ha aperto un’indagine mentre i carabinieri hanno messo sotto sequestro lo studio medico. Siamo ancora alle fase delle indagini preliminari, proprio per questo omettiamo le generalità del medico sotto inchiesta.

La vicenda nasce come detto quando una trentina di persone si sono rivolte negli ultimi tempi alle cure del pronto soccorso. Pazienti per i quali la diagnosi dei sanitari è stata la stessa: artrite settica, curata con gli antibiotici. L’infiammazione sarebbe scaturita dopo essere stati sottoposti nell’ambulatorio del professionista a delle iniezioni di ossigeno.

Ed è proprio sul rapporto causa effetto quello tra infiltrazioni e infezioni che sta indagando l’autorità giudiziaria. La Procura ha aperto un fascicolo, un atto dovuto, per ricostruire cosa è successo nell’ambulatorio e capire come e se quelle infiltrazioni di ossigeno abbiano potuto provocare l’infiammazione che ha portato i pazienti al pronto soccorso. Un’indagine delicata e complessa che dovrà fare luce sul comportamento del medico.

m.n.