Oncologia e la cura dell’anima. La terapia arriva fino in Libano: "Tanta umanità intorno a me"

La giornalista Hoda Sweid ha raccontato l’esperienza di accompagnatrice nel reparto del Noa. Nell’articolo ’La chemioterapia tra la fantasia e la musica...’ viene lodata l’equipe medica.

Oncologia e la cura dell’anima. La terapia arriva fino in Libano: "Tanta umanità intorno a me"

Oncologia e la cura dell’anima. La terapia arriva fino in Libano: "Tanta umanità intorno a me"

Hoda Sweid è una giornalista e scrittrice libanese, residente in Italia, che ha raccontato sulla rivista “Al-Hewar News” la sua esperienza di accompagnatrice nella struttura di Oncologia dell’ospedale Apuane. Lo ha fatto con un accurato resoconto ripercorrendo tutte le fasi, dall’accoglienza in poi, che un malato oncologico, ospite della struttura apuana, compie durante la sua permanenza.

Nell’articolo intitolato ’La chemioterapia tra la fantasia e la musica...’, gli occhi della giornalista si posano sul movimento dei medici e del personale sanitario, sull’organizzazione del reparto, sul silenzio che accompagna l’attesa, reso meno doloroso dalla vista sulle montagne di marmo, dai dipinti e dalle decorazioni, nonché dal pianoforte che troneggia al centro dello spazio in cui si tengono i concerti dell’associazione Donatori di musica.

Così Hoda Sweid, con grande partecipazione emotiva, trasmette tra le sue righe la storia dell’associazione fondata da Maurizio Cantore, ne sottolinea il senso e il valore e lo rende noto al mondo di lettori che la seguono. La giornalista libanese racconta anche l’umanità di questo reparto, la bellezza dell’ospedale Apuane e la cura con cui viene garantito ogni servizio.

"Sono tante le storie che sono passate dalla nostra struttura - commenta Andrea Mambrini, direttore dell’Oncologia apuana - ma alcune, come questa, sono straordinariamente significative perché ci fanno capire quanto un paziente e chi lo accompagna possano sentirsi a proprio agio anche al di fuori del proprio ambiente, quando respirano un’attenzione che va al di là del puro rapporto sanitario, che sebbene sia fondamentale nella cura, si completa anche grazie alla capacità di relazione professionale e all’umanità dei linguaggi universali".