
di Daniele Rosi
Un nuovo ambulatorio per agopuntura e cure omeopatiche inaugurato al centro polispecialistico di Carrara la nuova area destinata alle cure integrative per le giovani pazienti affette da carcinoma mammario. Il taglio del nastro ieri al quarto piano del centro polispecialistico nel reparto del day hospital oncologico, per un servizio che ha l’obiettivo di ampliare il ventaglio di aiuti clinici alle donne malate. Al momento il progetto è già stato avviato per le pazienti in cura nella struttura del centro polispecialistico, ma i medici non hanno escluso la possibilità in futuro di fornire assistenza e consulti anche a pazienti esterni alla struttura.
I malati saranno seguiti direttamente dagli oncologi già presenti nel centro polispecialistico e che hanno ultimato corsi riconosciuti a livello internazionale per questo tipo di supporto: Maria Pia Muttini si occuperà dell’omeopatia e Maria Cristina Pennucci per la parte dell’agopuntura. "Al momento partiremo con i nuovi ambulatori dedicando due ore alla settimana – spiega l’oncologo Andrea Mambrini, direttore del reparto oncologia del Noa – a quelle pazienti che vorranno usufruire di un supporto ulteriore alle cure tradizionali. Si tratta di un’attività aggiuntiva in accordo con un progetto avviato dalla Regione Toscana e l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica. Abbiamo affiancato alle strutture oncologiche classiche delle terapie complementari in base a una serie di indagini e le terapie serviranno come supporto nelle varie fasi della malattia. L’omeopatia ad esempio fornisce un buon supporto alle esigenze del paziente e svolge un effetto terapeutico, oltre che essere di aiuto su alcuni sintomi".
Secondo le statistiche raccolte dallo studio preliminare, circa il 40 percento dei pazienti oncologici ha detto di essersi rivolto anche a cure omeopatiche e di agopuntura, con il 90 percento dei casi che ha confermato di averne tratto beneficio. Un progetto che al momento riguarda soprattutto le giovani donne con carcinoma mammario, che sembrano aver risposto bene alle terapie di supporto integrative. "Le donne in giovane età sono quelle che si sono dimostrate maggiormente sensibili come risposta dell’organismo – spiega l’oncologa Maria Pia Muttini – e ci sono stati dei buoni risultati, soprattutto per quanto riguarda chi effettua delle terapie ormonali. Si tratta di un supporto integrativo che aiuta e completa le classiche terapie già in atto".
Obiettivo dell’equipe di oncologi è in primo luogo, oltre a migliorare le cure per il paziente, cercare di ridurre gli effetti collaterali tipici della chemioterapia, fornendo così una miglior qualità di vita durante il percorso clinico ai pazienti, non tralasciando il normale iter di cure. "Le due modalità terapeutiche non devono essere contrapposte – sottolinea l’oncologa Maria Cristina Pennucci – perché vanno considerate una l’integrazione dell’altra. E’ difficile a volte trovare un linguaggio comune tra le varie terapie però era necessario integrare questo nuovo linguaggio e aiutare così i pazienti ad ’affrontare in modo più sereno il percorso di cura".