
Omaggio a Ornella Casazza Quelle estati massesi tra il verde, il mare e l’arte
Ornella Casazza avrebbe compiuto 80 anni il 25 agosto scorso. Recentemente, a Roma, ai Musei Capitolini, sono stati presentati gli atti del convegno "Le donne storiche dell’arte" (Università di Genova e Macerata, 2022), promosso per sottolineare il peso delle donne nel campo della tutela e dell’insegnamento e per far scoprire come la valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico sia fatta anche dall’operosità di queste donne. Nel testo è presente anche Ornella Casazza, presentata dalla nipote Simona attraverso un suo saggio "Ornella Casazza. Dai restauri post alluvione alla direzione del Museo degli Argenti". La figure della storica dell’arte è legato non solo a Firenze e a Palazzo Pitti, ma anche e indissolubilmente a Massa e al Poveromo dove soleva passare le sue estati in un luogo che rappresentava un paesaggio culturale, non solo per lei ma per numerosi altri intellettuali e amici che frequentava nella nostra zona e nelle associazioni di cui faceva parte. Era infatti componente del comitato scientifico del Museo Guadagnucci, del Direttivo della Società Amici dei Ronchi Poveromo, socia dell’Accademia dei Rinnovati, socia di Italia Nostra e socia del Consorzio Spiaggia Europea. Era legata a questo luogo per le bellezze naturali e per le cabine con la forma tradizionale del Poveromo che evocavano le atmosfere dei quadri e il capanno di Carrà.
"Immaginiamo che avrebbe festeggiato questo compleanno onirico – commenta la nipote, Simona Casazza – in cui sarebbe stato presente, tra i tanti, l’amico scultore Gigi Guadagnucci sceso eccezionalmente da quella che definiva la sua tana (Bergiola) per unirsi a lei nella sua casa del Poveromo, ’terra di poeti, sognatori e artisti’. Oggi tutti ci auguriamo di contemplare sempre quei luoghi così come lei li aveva descritto e amati. Se si riuscisse ad estendere a Massa il progetto degli Uffizi esponendo qui in città i disegni che Guadagnucci aveva donato al Museo fiorentino – conclude – sarebbe un modo per portare avanti, insieme alle iniziative della famiglia, la sua eredità culturale completando un suo proposito non realizzato".
A. M. Fru.