
Successo di pubblico domenica scorsa per il nuovo appuntamento con l’evento targato Slow Food
Conoscere i segreti della terra per produrre buoni frutti. Ma per farlo occorre risvegliare una cultura antica i cui depositari sono ormai mosche bianche e il compito diventa faticoso quanto affascinante. Se lo è assunto la Condotta Slow Food Luni Apua che nell’ambito del Mercato della Terra, aperto ogni prima domenica del mese, espone le eccellenze golose in piazza della Repubblica a Pontremoli. Una trentina di produttori vendono formaggi, marmellate, salumi, pani, cereali, farine vino, olio, birra. All’appuntamento di domenica scorsa, che prevedeva come al solito un piccolo convegno sui temi delle produzioni agricole, nell’occasione sulla potatura dell’olive e sulle buone pratiche antidoto per le malattie, flagello di questo tempo, hanno partecipato Lamberto Tosi, assaggiatore, agronomo, enologo, Ruggero Petacchi, entomologo e docente del Sant’Anna di Pisa, Vittorio Marcelli di Cia Toscana Nord, Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara, Giovanni Bianchini, per il presidio Slow Food Olivi secolari di Massarosa, Roberto Cagnoli, esperto di olivicoltura, territorio e già formatore per la Scuola di potatura dell’olivo. Assieme al sindaco Jacopo Ferri e alla presidente dell’associazione del mercato Clara Cavellini c’era anche ’ex presidente della Regione Enrico Rossi. "Non ho più nessun ruolo istituzionale, parlo di olivi perché mio padre mi ha lasciato in eredità un cinquantina di piante - ha esordito - L’olivo è la nostra storia, per la Toscana elemento di identità". Secondo Rossi bisogna lavorare sulla formazione per non disperdere antichi saperi. Nel corso del convegno l’agronomo Lamberto Tosi ha parlato dell’olio nella versione ’buono, pulito e giusto, per tutti’. Un progetto che segue la visione Slow Food dell’olivicoltura che non vede di buon occhio gli oliveti superintensivi in pianura "che durano 15 anni e poi devono essere spiantati", mentre in Toscana la coltivazione è collinare e senz’acqua. "Una scelta perversa che riduce la biodiversità e riduce a tre varietà gli oliveti - ha detto - che poi hanno bisogno di trattamenti intensivi". Uno dei problemi più grossi per l’olivicoltura regionale è l’abbandono. Ne ha parlato l’entomologo Ruggero Petacchi. "Per diversi anni abbiamo lavorato sulla mosca dell’ulivo su cui si è concentrata di più l’attenzione. E’ aumentato molto l’abbandono e le zone trascurate sono diventate serbatoi di congiunzione di diversi insetti". E’ intervenuta anche la presidente provinciale di Coldiretti Francesca Ferrari: "La Coldiretti fa un monitoraggio regionale con la Scuola Sant’Anna di Pisa. Il cambiamento climatico è un vettore di problematiche per la coltivazione dell’olivo. Sono 4 anni che la produzione locale ha dei problemi". Roberto Cagnoli ha parlato della potatura dell’olivo e ha tenuto una dimostrazione nel giardino del vescovado.
N.B.