
Nel giro di due mesi al massimo a Massa e Montignoso, unico ambito, entreranno in servizio 6 nuovi medici. Altrettanti a Carrara. Eppure non basteranno. Per tornare a una normalità di servizio serviranno forse ancora due anni. Lo ha detto senza nascondersi dietro a giri di parole la responsabile della zona Distretto delle Apuane, Monica Guglielmi, ieri invitata insieme al sindaco Francesco Persiani alla commissione politiche sociali del comune di Massa per fare il punto su medici di famiglia e guardie mediche. Su quest’ultimo fronte, ossia la continuità assistenziale, la situazione è abbastanza tranquilla, ha garantito Guglielmi: "Abbiamo la copertura di tutti i turni". I nodi arrivano al pettine però quando si parla di medici di medicina generale, quelli di famiglia insomma.
Entrando nel merito dell’ambito di Massa e Montignoso "dal primo dicembre per fortuna andremo a conferire degli incarichi con convenzione ai medici che stanno frequentando il corso di formazione di medicina generale quindi non potranno prendere pazienti fino al massimale di 1.500 ma potranno comunque arrivare a mille assistiti – ha detto ancora la responsabile di zona -. Entrerà poi in servizio il medico Alessandro Bicchi, a pieno massimale. Dovrebbe aver già ricevuto la comunicazione dell’incarico ma ha 90 giorni di tempo per attivare l’ambulatorio quindi si dovrebbe andare a gennaio". I tre medici convenzionati con l’Usl saranno "Filippo Belli, Andrea Rossi ed Elena Zappia, che hanno già avuto incarichi provvisori con noi. Nel momento in cui concludono la formazione, poi, la convenzione diventa a tutti gli effetti a tempo indeterminato. Poi ci saranno altri tre medici che invece non hanno mai avuto incarichi: Ludmilla Braida, Silvia Rossi e Gabriele Barbieri". Ingressi che secondo Guglielmi permetteranno di "tirare un sospiro di sollievo. C’è ancora da stringere denti ma nel giro di due anni la situazione andrà a migliorare perché hanno aumentato il numero di posti disponibili nelle scuole di specializzazione".
E’ chiaro che ognuno di questi medici potrà decidere di aprire l’ambulatorio, o più di uno, su Massa e Montignoso perché non c’è modo di obbligare a scegliere un territorio rispetto all’altro all’interno dell’ambito. Guglielmi insieme al dirigente medico Mario D’Amico hanno evidenziato la situazione paradossale che vive oggi la sanità: "Non ci era mai successo di dover pregare la gente affinché accettasse l’incarico". Un problema che per D’Amico trova un collo di bottiglia soprattutto nelle scuole di specializzazione: "Ogni anno 7.000 medici laureati non riescono a entrare nella specializzazione". La commissione è stata l’occasione anche per parlare degli ambulatori di montagna, in particolare Casette e Pariana dove ci sono immobili del Comune a disposizione, con i lavori già fatti, ma non si riesce a chiudere la pratica.
"I cittadini di Pariana hanno scritto al Prefetto, io all’azienda. Abbiamo fatto tutto, i locali vanno bene. Il problema deriva dall’ufficio patrimonio che ho già sollecitato a prendere contatti con il corrispettivo del Comune di Massa per stipulare i contratti. Li contatterò di nuovo ma ora devono parlarsi gli uffici" ha detto Guglielmi. Un problema che in passato non esisteva, quando i medici alla fine gli ambulatori se li affittavano o compravano da soli. Eppure neppure oggi vivono di ‘stenti’ come è stato rimarcato in commissione. Lo stipendio di un medico di famiglia a pieno massimale è di 8.000 euro netti al mese, i pediatri arrivano a 10mila.