FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

"Non servono sceriffi e neppure imboscati"

Le priorità del neo comandante della polizia municipale Giuliano Vitali. Tra gli obiettivi anche il rinnovamento dell’organizzazione

di Francesco Scolaro

"Non c’è bisogno né di sceriffi né di persone che si nascondono negli uffici". Parole chiave del nuovo comandante della polizia municipale di Massa, Giuliano Vitali, in carica da poco meno di tre settimane. Moderato e pacato nei modi, fa del dialogo e del confronto la sua ‘arma’ vincente. Portare più divise in strada è quindi una delle prime missioni nella riorganizzazione del servizio: non per punire ma per prevenire. Ma soprattutto per incentivare il dialogo. Insomma, un comandante che cerca l’equilibrio. Vitali, 45 anni, è sposato con un figlio di 11 anni. Nato in provincia di Bergamo ha costruito qui la sua carriera nella polizia municipale dove ha iniziato come agente fino ad arrivare a coordinare la polizia di diversi comuni con circa 70 addetti su un territorio con oltre 80mila abitanti. Per numeri una situazione simile a Massa "anche se i territori sono diversi sotto il profilo sociale e morfologico. La parte bergamasca della provincia paga una forte urbanizzazione e la vicinanza con la città di Milano – racconta -. Ho lavorato in ambiti in cui l’immigrazione superava il 60% della popolazione residente con diverse etnie e tante conflittualità". Nel 2018 fu protagonista dell’arresto di un uomo che, assieme all’amante, aveva investito e ucciso la fidanzata disabile, azione che gli è valsa l’onorificenza della Regione Lombardia sul petto. Un bagaglio di esperienza che mette al servizio di Massa. "Credo che la polizia municipale debba essere il più possibile vicina al cittadino. Bisogna trovare il giusto equilibrio per mantenere un clima di convivenza sociale civile in una società sempre più complicata. Per questo sarà mia premura rivedere l’organizzazione e cercare di portare più personale in strada per dialogare con i cittadini: la macchina che passa non fa sicurezza ma il rapporto quotidiano sì".

Perché Massa?

"Esco da anni di organizzazione e format di polizia municipale lombarda che è stata fra le prime a codificare tanti anni fa le funzioni di polizia municipale poi trasformata in polizia locale. Credo che si possa trovare il giusto abbinamento fra l’esperienza acquisita negli anni, la visione organizzativa con le potenzialità di questo corpo di polizia municipale per fare bene".

Come sta lavorando con gli agenti?

"Ciascuno porta un bagaglio di esperienza che non si compra al mercato. C’è solo bisogno di rinnovare l’organizzazione, portare più divise in strada, minimizzare la burocrazia che comunque è necessaria. Certo, tutti i comandanti sperano di avere più agenti a disposizione ma prima bisogna analizzare l’intero apparato e comprendere con l’amministrazione le scelte da fare. Ci sarà un concorso per ufficiali perché manca una figura di coordinamento e controllo fra dirigente e agenti. Poi un po’ di innovazione tecnologica".

È arrivato nel pieno della ‘movida selvaggia’. È davvero un problema irrisolvibile?

"Uno degli aspetti fondamentali per uscirne è il confronto, il dialogo. Poi in base ai fatti si capisce l’affidabilità degli interlocutori. Sono problemi che partono da lontano, dall’educazione in casa. In altre città dove ho lavorato avevamo anche organizzato dei corsi nelle scuole o con i pubblici esercizi per mettere in chiaro le regole. L’alcol crea problemi nelle strade, nella movida, ma si trasla anche dentro le famiglie ed è un detonatore subdolo. Intanto lavoriamo con la Prefettura per iniziare il terzo turno serale che aiuterà a fare prevenzione sul fenomeno. Prevenire è meglio che reprimere in termini economici e di raggiungimento dell’obiettivo".