No all’impianto elettrico Forno: Arpat e Parco contro la mini centrale

Il progetto sul Frigido secondo i due enti presenta "criticità non superabili" "Non si tiene conto degli impatti sugli ecosistemi fluviali delle derivazioni idriche".

No all’impianto elettrico  Forno: Arpat e Parco  contro la mini centrale
No all’impianto elettrico Forno: Arpat e Parco contro la mini centrale

Arpat e Parco delle Alpi Apuane dicono no al progetto di impianto micro-elettrico sul Frigido in località Forno presentato dalla ditta Idroelettrica Toscoligure Srl, e danno lo stop alla richiesta di proroga di Pronuncia di compatibilità ambientale rilasciata nel 2016. Nonostante il parere favorevole della Regione Toscana e il silenzio assenso di altri enti chiamati alla Conferenza dei servizi, pesano i giudizi negativi di Arpat e del Parco, l’ultimo autorità competente nel procedimento di valutazione di impatto ambientale mentre Arpat lo è in materia ambientale, con particolare riferimento agli impatti prodotti dall’intervento sulla componente acqua. Secondo gli uffici tecnici dei due enti, infatti, ci sono "criticità non superabili" nel progetto che comportano il diniego della proroga alla pronuncia di compatibilità ambientale e in particolare "la documentazione presentata dal proponente non tiene conto delle rilevanti modifiche, intervenute dal 2016 ad oggi, nella normativa in merito alla valutazione degli impatti sugli ecosistemi fluviali delle derivazioni idriche" oltre al fatto che "non fornisce dati sufficientemente certi su quegli elementi che necessariamente devono essere pesati nella valutazione costi benefici pertanto le carenze sono di pregiudizio per una corretta valutazione dell’impatto ambientale dell’intervento".

Nel dettaglio, l’analisi di Arpat evidenzia problemi nel dimensionamento dell’impianto e nel calcolo delle portate del fiume, in un primo tempo addirittura riferite agli anni 1949-1971 e ritenute dall’Agenzia ormai non accettabili, poi riferite a un bacino diverso e ben più ampio, ossia Canevara, rispetto al singolo aspetto puntuale di Forno. "L’opera di derivazione ha ricevuto la compatibilità ambientale nel 2016, ovvero 7 anni fa – prosegue Arpat –. Ad oggi l’opera non è stata realizzata; non si menzionano elementi ostativi e quindi non si sa se le problematiche che ne hanno impedito la realizzazione siano state rimosse. La ditta risulta aver già presentato una domanda di modifica non sostanziale nel 2018, 5 anni fa. Dall’epoca del rilascio della precedente Via (2016) sono intervenute modifiche rilevanti nella normativa in merito alla valutazione degli impatti sugli ecosistemi fluviali delle derivazioni idriche, modifiche non prese in considerazione nella documentazione presentata; si ritiene dunque opportuno che debba essere ripresentata la documentazione per il rilascio di una nuova Via".