REDAZIONE MASSA CARRARA

"Multiutility Spa? Non s’ha da fare". Il no di Lorenzetti alla scelta privata

Per il presidente della Provincia la società di gestione dovrà essere pubblica e usare gli utili per gli utenti

Gianni Lorenzetti, presidente della Provincia e sindaco di Montignoso, critico su manovre di privatizzazione del bene pubblico

Gianni Lorenzetti, presidente della Provincia e sindaco di Montignoso, critico su manovre di privatizzazione del bene pubblico

La multiutility, oggi, non è la strada soprattutto se quotata in borsa. Così Gianni Lorenzetti, presidente della Provincia apuana, sindaco di Montignoso e fra i principali rappresentanti del Partito democratico di Massa e Carrara mette nero su bianco una sua scelta per la strada pubblica. Qui Lorenzetti arriva dopo aver evidenziato che "molte delle multiutility italiane sono state formate più di vent’anni fa e che tutte sono quotate in borsa.

In questo tempo, però – sostiene Lorenzetti – potremmo aver sviluppato l’esigenza di nuove politiche orientate agli utenti e alla loro partecipazione nella gestione. Credo sia il momento di muoversi in questa direzione, restituendo valore agli utenti, proteggendo le fasce più deboli. Le società pubbliche possono utilizzare gli utili per sostenere le famiglie a basso reddito, ridurre le tariffe per le utenze più deboli e finanziare investimenti senza gravare sulle tariffe. Parlare di ‘restituire valore agli utenti’ significa proprio restituire parte delle tariffe pagate sotto forma di opere, servizi e sostegno alle politiche sociali, come dimostrato dall’esperienza di Gaia".

L’esempio di Gaia come di una gestione pubblica che può funzionare si sposa con quella che sembra essere anche la nuova politica regionale in particolare sull’acqua rispetto ad altri servizi.

Pubblica, anche se di ampio respiro, perché comunque una gestione sovracomunale ha i suoi vantaggi "in termini di sicurezza per l’utente, maggiore capacità di investimento e solidarietà tra i comuni – continua Lorenzetti –. Negli anni Settanta e Ottanta, le esperienze consortili hanno avuto un ruolo. Negli anni Novanta, la legislazione ha imposto la trasformazione di questi consorzi in società per azioni, mantenendo i Comuni come proprietari. Società per azioni pubbliche che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo delle infrastrutture: metanizzazione, investimenti in reti idriche e fognarie, impianti di depurazione. Realizzati senza richiedere risorse aggiuntive ai comuni proprietari né coinvolgere soci privati. Si è fatto ricorso –prosegue l’esame del presidente – all’autofinanziamento attraverso le tariffe e a prestiti prima da Cassa Depositi e Prestiti, poi da banche commerciali".

E allora il progetto di passare a una Multiutility toscana sembra un’iniziativa positiva anche a Lorenzetti "se potrà rappresentare un ulteriore passo avanti nello sviluppo industriale, garantendo il mantenimento, se non l’aumento, degli investimenti e continuando a sostenere i principi di solidarietà che hanno guidato queste aziende fino a oggi".

Cosa che, rimarca il sindaco di Montignoso – , non può accadere con il socio privato e con la quotazione in borsa perché in quel caso "anche con le migliori intenzioni da parte dei Comuni proprietari, l’obiettivo principale diventerebbe quello di garantire il rendimento del capitale agli investitori. Non si tratta di una questione ideologica – conclude la riflessione – , ma di costi: la quotazione in borsa richiede una remunerazione più elevata dell’investimento".