REDAZIONE MASSA CARRARA

Mucca pontremolese protagonista in Tv

Una razza particolare e forte reintrodotta dalla Montana dopo il rischio di estinzione. Telecamere da Bongi a Fivizzano

La mucca pontremolese va in tivù. Il tipico bovino sarà protagonista domani alle 14.30 su Canale 5 nella trasmissione “L’Arca di Noè”, condotta da Maria Luisa Cocozza che presenterà un reportage su soggetti allevati all’azienda agricola Antonio Bongi di Fivizzano. Allevatori ostinati e coraggiosi hanno salvato nel tempo dall’estinzione questa razza autoctona. Un vero animale tuttofare con una spiccata attitudine alla produzione di carne, latte e lavoro. Le doti di tenacia, resistenza, velocità, potenza ed instancabilità di questo bovino oltre ad essere utilizzate per il lavoro nei campi, erano sfruttate in qualsiasi occasione. Era addirittura impiegata nella zona di Carrara per il trasporto del marmo dalle Apuane al mare. A Pontremoli non ne restava che lo sbiadito ricordo: qualche vecchia foto e la memoria di pochi contadini. Nel 1940 erano stati contati 15.000 capi e ancora 5.700 nel 1960, nel 1983 solo 13 esemplari.

L’ultimo allevatore ad accudire i capi residui è stato nei primi anni Settanta il pontremolese Francesco Magnavacca che successivamente li donò alla Montana della Garfagnana. Nel 2011 il bovino pontremolese è tornato, dopo 40 anni di assenza, a pascolare in Lunigiana grazie alla Comunità Montana che ha recuperato, con il sostegno della Regione Toscana, un nucleo di animali superstiti in Garfagnana. La reintroduzione della “mucca pontremolese” non era certo un’iniziativa nostalgica: nell’Atlante delle Razze Bovine si può leggere che "vista la grande rusticità di questa razza, essa si adatterebbe molto bene nel sistema di allevamento vacca-vitello in zone marginali per la produzione di animali da ingrasso". Così è diventata il simbolo della tipicità del territorio e offre un contributo importante alla salvaguardia della biodiversità e allo sviluppo dell’economia locale.

N.B.