
Luigi Bernardini
Carrara, 14 ottobre 2023 – Doveva essere a casa. A 76 anni doveva avere il diritto di riposarsi. Invece lui, per mantenere la promessa fatta al figlio Luca di sostenerlo nel suo percorso universitario, aveva deciso di andare avanti a lavorare perché la pensione non bastava. Ma il traguardo era vicino: tra un anno il 22enne si sarebbe laureato e finalmente Luigi Bernardini avrebbe lasciato il lavoro. Dipendente part time di una ditta specializzata di Carrara, la Professional traffic service srl che si occupa di lavori sulle autostrade, il suo compito era quello di controllare che nel cantiere aperto sulla tratta della A12 tra Deiva Marina e Sestri Levante nel territorio già nel Comune di Moneglia fosse tutto a posto. Giovedì sera intorno alle 19.30 ha voluto verificare che le luci di segnalazione si fossero regolarmente accese e la recinzione ben visibile per non creare problemi e pericoli alla circolazione.
Stava procedendo al controllo quando, per cause che verranno chiarite dalla polizia stradale, il 76enne è stato travolto nella corsia nord da una automobile condotta da un uomo residente ad Alessandria. L’impatto è stato devastante. La salma è adesso a disposizione del sostituto procuratore di Genova, la dottoressa Patrizia Petruzziello che ha disposto l’autopsia, in programma per oggi. L’uomo aveva tre figli Maria Regina, Matteo e Luca. Originario di Carrara, da qualche tempo abitava in piazza Matteotti nel borgo lunigianese di Fosdinovo.
L’altro figlio Matteo è stato raggiunto dalla telefonata del fratello Luca intorno alle 21, mentre stava lavorando al bar Paradiso di Barcellona. "‘Papà è morto’ mi ha detto. Non ci volevo credere" racconta mentre sta uscendo dalla sottosezione della polizia stradale di Brugnato. La corsa all’alba all’aeroporto, l’arrivo in Italia. "Sono distrutto, non riesco ancora a capacitarmi dell’accaduto. Mio padre era una persona buona, amava il suo lavoro, lo teneva in attività".
Mentre la politica si indigna e si impegna a cercare una soluzione economica al mondo pensionistico, pensando soltanto a far quadrare i conti, tutte le mattine un esercito di ‘invisibili’ entra in cantiere , si arrampica sui tetti, indossa il giubbetto catarifrangente, costretto a combattere ancora, nonostante il numero sulla carta d’identità, alla voce anni, urli ’basta’. Uno di questi, fino alla tragedia, era Bernardini.
Originario di Marina di Carrara, residente a Fosdinovo, aveva cominciato la sua carriera lavorativa alla ex Rumianca Montedison di Massa Carrara come perito industriale, per 15 anni, fino alla chiusura. Poi si era reinventato fotografo professionista, con tanto di studio a Marinella di Sarzana. Anni di scatti, matrimoni e feste. Poi l’avvento del digitale e la scelta di passare la mano. Altra scommessa da vincere: dipendente part time della “Professional traffic service srl” di Carrara. A un anno dall’assunzione avvenuta nel 2013 i conti per andare in pensione: 800 euro ’puliti’. Non abbastanza, i finanziamenti per l’auto, alcune operazioni dentistiche e le spese quotidiane lo costringono ad andare avanti.
"Non l’ho mai sentito dire una volta ’sto male’ – prosegue –. Mi fa rabbia perché a 76 anni ci devono essere degli aiuti, non si può costringere le persone a lavorare ancora. Poi un mestiere pericoloso come il suo... follia. Lasciatemi ringraziare il mio titolare Giacomo Giannotti: mi ha detto ’prenditi pure tutto il tempo che vuoi’. Dovrò tornare in Spagna, ma a novembre tornerò per sbrigare le ultime pratiche". I funerali alla Sacra Famiglia di Marina di Carrara ma il giorno e l’orario ancora non hanno potuto essere fissati.
"Una tragedia assurda morire di lavoro a 76 anni – scrivono Luca Comiti della Cgil, Antonio Carro Cisl e Marco Furletti della Uil – . Chiediamo che la dinamica dell’incidente sia chiarita con precisione nel contempo ci chiediamo come sia possibile a quella età continuare a lavorare". "Una notizia tragica, molto triste che scuote tutta la nostra comunità – commenta la sindaca Camilla Bianchi –. Lo vedevo la mattina oppure la sera probabilmente al rientro dal lavoro. Mi ha sempre colpito il particolare del lampeggiante giallo sistemato sul tetto della sua automobile. Non posso far altro che esprimere la mia sincera vicinanza ai suoi cari da parte di tutta la comunità fosdinovese".