Moneta, castello dimenticato. L’appello di Italia Nostra per il recupero

Italia Nostra lancia un appello per salvare il Castello di Moneta a Carrara, chiedendo di riprendere il progetto di restauro avviato nel 2000 e abbandonato. La presidente Emanuela Biso sottolinea l'importanza storica del castello e la necessità di preservarlo.

Moneta, castello dimenticato. L’appello di Italia Nostra per il recupero

Moneta, castello dimenticato. L’appello di Italia Nostra per il recupero

Italia Nostra lancia un appello per salvare il Castello di Moneta chiedendo di rispolverando il vecchio progetto di restauro conservativo. Un progetto "avviato dalla Circoscrizione 3 e dal Comune nel 2000 – scrive la presidente di Italia Nostra Emanuela Biso –, che prevedeva una suddivisione in nove lotti di cui tre realizzati durante i mandati di Lucio Segnanini e di Giulio Conti". "Di quel periodo rimane un progetto iniziato e mai finito e abbandonato a se stesso – prosegue Emanuela Biso –, e se teniamo conto dell’importante cifra investita viene da chiedersi se possiamo permetterci di perdere questi soldi già investiti a suo tempo. Possiamo fare finta di niente? ".

Così Italia Nostra rivolge un appello affinché non si butti via quanto di buono è stato fatto e si riprenda il lavoro da dove era stato lasciato. "Carrara non può permettersi di perdere un importante testimonianza storica del proprio passato. Il Castello di Moneta sorge su una collina di 300 metri e oggi restano le ultime vestigia di un castello che per secoli ha dominato la valle del Carrione e le principali strade e passi di collina – spiega Biso – In passato sulle sue origini sono state scritte molte ipotesi, ma ad oggi restano solo delle ricostruzioni in quanto non è mai stato approntato un vero e proprio scavo archeologico, e in mancanza di questo possiamo solo dire che le sue origini potrebbero risalire al periodo dei Castellari Liguri, un insediamento di tipo a mezza costa che consentiva la difesa su tre lati e la via di fuga a nord verso monte. La sua prima citazione è in un documento del 1235 che lo descrive come Rocca fortificata a difesa della valle, dotato di un borgo murato, costituito da abitazioni, piazzetta e stradine interne, nel suo interno pure una cappella della quale non si è mai individuato il luogo esatto".