
di Giulia Frigerio
Moda e sostenibilità si incontrano in via Ulivi, a Carrara, dove sabato scorso ha aperto un piccolo gioiello vintage, che sembra uscito da un vicolo parigino. Un richiamo a Parigi, la città per eccellenza dei negozietti vintage e dell’usato, si intuisce già dal nome che Caterina Mazzucchelli, carrarese, 28 anni, ha scelto per il suo nuovo negozio: "Les mots croisés", ma entrando si apre un mondo estremamente vivace e variegato. "La passione per il vintage è nata mentre studiavo moda a Firenze – racconta Caterina, che dopo la laurea a Firenze ha lavorato per un periodo a Parigi come stilista - Poi a poco a poco si è fatta sempre più forte ed è cresciuta soprattutto quando mi sono trasferita a Parigi.
Lavorando negli uffici stile sono entrata a contatto con il mondo del vintage, ma visto da un’altra prospettiva: andavamo in giro per negozi di second hand a cercare pezzi unici, che poi reinventavamo e riproponevamo in chiave nuova e personale". Imparando, a poco a poco, a conoscere l’intrigante universo del vintage, che permette di avere accesso a veri e propri tesori dimenticati e nascosti, ma sempre attuali e di alta qualità, Caterina ha accumulato esperienza e ha arricchito il suo gusto con un’esperienza diretta nel campo, in una delle capitali europee del settore.
"Dopo il lockdown sono tornata in Italia e ho deciso di aprire un negozio online di abbigliamento vintage, così, mentre cercavo un magazzino per depositare le scorte del sito, ho pensato: perché non aprire al pubblico? Così mi sono concentrata sui fondi del centro storico di Carrara e ho trovato questo spazio, proprio nella mia città".
La storia dietro a "Les mots croisés" parla di una passione che è diventata lavoro, con uno sguardo rivolto al passato ma soprattutto al futuro, per il quale la sostenibilità nel vestire è fondamentale e parla di rispetto dell’ambiente e dell’economia. "Mi piace l’idea di portare nella mia città la mentalità del vintage. In questo spazio presento soprattutto vestiti degli anni ’60 e ’70, con minigonne, vestiti corti e molto colorati, tante fantasie: nella moda, così come nella musica, sono il mio periodo preferito. C’è moltissima ricerca dietro a questo lavoro, seleziono ogni singolo pezzo con molta cura e se c’è il minimo difetto rimetto tutto a nuovo".
Il negozio, appena avviato, ha riscontrato da subito grande interesse e oltre ai vestiti vintage e di seconda mano Caterina, come stilista, ha già in mente qualche progetto per l’estate che va oltre la seconda mano. "Vorrei far capire che l’usato e il vintage sono un’ottima cosa – afferma Caterina – soprattutto a livello ecologico. Per l’estate vorrei proporre delle mini collezioni ispirate agli anni ’60, in tessuti leggeri e naturali, soprattutto cotone, con tante fantasie, per non reintrodurre altri tessuti in un mercato che è già saturo di vestiti".
A quasi dieci anni dalla tragedia del Rana Plaza, l’edificio in Bangladesh crollato sotto il peso di un’industria di moda sempre più esigente e dannosa per l’uomo e per l’ ambiente a 360 gradi, si avverte un cambiamento e una maggiore consapevolezza, soprattutto da parte delle nuove generazioni, riguardo alla moda, che si fa sostenibile grazie alla riscoperta del vintage.