
Fra il materiale sequestrato agli indagati anche un disco con l’immagine del Duce
Massa, 17 settembre 2019 - «Togliete il vostro striscione dallo stadio e non tifate». Frasi perentorie, pronunciate con tono arrogante da esponenti del tifo organizzato juventino al presidente dello Juventus Club Massa in occasione di una trasferta dei bianconeri a Genova. Si allunga fino a Massa l’inchiesta della Procura di Torino che ha svelato una capillare strategia criminale per ricattare la Juventus, dopo che la società aveva deciso di interrompere una serie di privilegi concessi ai gruppi ultras. Le indagini della Digos torinese hanno portato all’arresto di 12 persone e alla perquisizione domiciliare di un 37enne spezzino, indagato per concorso in associazione per delinquere, con «un ruolo marginale» precisano fonti investigative a fronte dello scenario - a tratti agghiacciante - emerso nel’inchiesta. I destinatari sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Gli indagati sono 37, tutti colpiti da Daspo fino a 10 anni.
Fra questi c’è anche lo spezzino, appartenente al gruppo ultras dei Drughi: gli sono stati sequestrati alcuni apparecchi informatici e due striscioni con la scritta «Drughi, sezione tosco-ligure» che raccoglie affiliati fra Spezia e Massa Carrara. In uno di questi è impresso un simbolo che si richiama alla svastica. Nelle oltre 100 pagine di ordinanza di custodia cautelare emergono anche le minacce fatte da alcuni degli indagati nei confronti della presidente dello Juventus Club Massa (e altri due del Nord Italia) in occasione di una trasferta a Genova. Agli agenti della Digos torinese al seguito dei tifosi, la presidente del club apuano ha riferito informalmente come esponenti dei gruppi ultras, avessero intimato ad alcuni iscritti del suo club di «togliere gli striscioni e non tifare». Dichiarazioni poi ribadite negli uffici della Digos, dove ha ricordato ribadito le pressioni per far togliere lo striscione del club apuano. Non ha poi però formalizzato la denuncia «temendo verosimilmente – scrive il Gip di Torino – le reazioni dei gruppi».
Le indagini, sono scaturite da una denuncia sporta dalla Juventus che ha consentito al Gruppo criminalità organizzata della Procura di Torino di acquisire «incontrovertibili elementi probatori» in merito ad una «precisa strategia estorsiva» attuata dai leader dei principali gruppi ultras bianconeri nei confronti della società calcistica. L’interruzione di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultras (come biglietti a costo zero o quasi) ha determinato, una «reazione» per ripristinare i vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di forza” nei riguardi della società bianconera. Gli inquirenti hanno accertato la capillare attività dei “Drughi” per recuperare centinaia di biglietti di accesso allo stadio per le partite casalinghe della Juve, avvalendosi di biglietterie compiacenti in tutta Italia. Secondo l’accusa, i capi ultras avrebbero anche ricattato alcuni esponenti della Juventus, per avere biglietti agevolati e gestire così il bagarinaggio dello Stadium.