
I carabinieri hanno identificato alcuni clienti del centro massaggi (foto d’archivio)
Massa, 17 dicembre 2015 - IMMAGINATE la scena: padri di famiglia costretti a raccontare pubblicamente di quel pomeriggio passato in un centro massaggi gestito da due ragazze cinesi. Imbarazzati, a occhi bassi i clienti sono sfilati ieri nella prima udienza del processo a carico delle due orientali accusate di sfruttamento della prostituzione nei confronti di una giovane connazionale. Sarà il procedimento aperto ieri ad evidenziare eventualità responsabilità.
Tutto era nato da una indagine dai carabinieri partita da un esposto con cui veniva segnalata la possibilità dell’interno del centro di via Ghiacciaia a Carrara (tutt’ora aperto, con una nuova gestione) di fare massaggi «particolari» oltre a quelli tradizionali pubblicizzati dalla struttura. Gli stessi carabinieri avevano identificato alcuni clienti usciti dal locale, chiamati ieri a testimoniare. Racconti infarciti da «non ricordo», sia perchè si trattava di fatti di tre anni fa, sia per l’imbarazzo di raccontare episodi tenuti nascosti alle rispettive mogli. «Sono andato in quel centro – ha raccontato un 40enne di Massa – per fare un massaggio. Come? Normale, nulla di strano, di ‘particolare’». Identica la analisi di altri due clienti, mentre un quarto, un 60enne di Massa ha raccontato di come il pomeriggio abbia preso una piega inattesa «e non richiesta. Io avevo concordato un massaggio normale da 40 euro», ma una volta entrato «mi hanno fatto spogliare, la ragazza mi ha massaggiato la schiena, per andare alle parti intime. Ma io non avevo chiesto nulla di questo», così come non è emerso nessuna «costrizione» nei confronti della dipendente. Il processo è stato rinviato.