Marmo, tasse e balzelli Al via la rateizzazione

Le imprese morose potranno pagare in diverse tranche i relativi importi. Un piano di rientro per il canone di concessione e contributo di estrazione

Migration

Al via la rateizzazione degli importi dovuti al Comune da alcune cave di Carrara. Un piano di rientro relativo agli importi dovuti a titolo di canone di concessione e contributo di estrazione per il biennio 2014 e 2015, il periodo della giunta di Angelo Zubbani, giusto per dare una collocazione temporale.

La notizia del rateizzo è apparsa in sei distinte determine sull’albo pretorio del Comune di Carrara, dove però non viene indicata né la somma dovuta nel complesso dalle aziende né l’ammontare in soldoni della rata.

E intanto prosegue la battaglia a suon di carte bollate e a carico dei cittadini tra il Comune di Carrara e il mondo del lapideo. Tra pronunce del tribunale di Massa, del Tar e del Consiglio di Stato l’amministrazione comunale per far fronte alle spese legali ha corrisposto 162mila euro all’avvocato Domenico Iaria, incaricato della difesa legale di palazzo civico. Tornando ai rateizzi, a chiedere e vedere concessa la dilazione del debito sono state la società fratelli Antonioli Srl per l’attività estrattiva svolta nella cava numero 171 ‘Gioia Cancelli’, la Beran Srl per la cava 159 ‘Fosso Cardellino C’, la società Gualtiero Corsi Srl (cava 168) per la località ‘Cima Gioia’. E ancora: dal 2012 al 2015 la Gmc Spa per la cava 37 ‘Fossagrande’, la società Apuana Marmi Srl (cava 105 per gli anni 2014 e 2015) ‘Calocara C’ e la cooperativa ‘Fra Cavatori di Gioia’ per la cava numero 173 di ‘Gioia Piastrone’, ma solo per l’anno 2015. Le aziende sono tenute al pagamento, a titolo di acconto del dieci per cento dell’ammontare complessivo della quota capitale del debito maturato, e a stipulare una fideiussione a garanzia del pagamento ‘a prima richiesta’ con la compagnia di assicurazione Axa. Un piano di rientro che potrebbe decadere in qualunque momento, se una delle aziende non pagasse regolarmente tutte le note di pagamento emesse a seguito del piano di rateizzo, o non ne pagasse due consecutive o non consecutive, facendo scattare di conseguenza (in base alla legge regionale) la riscossione coattiva degli importi insoluti. In base ai dati dello scorso gennaio, contenuti nel bilancio previsionale di palazzo civico, nelle casse comunali dal settore lapideo in generale dovrebbero arrivare 26 milioni di euro. E cioè: 25,5 milioni direttamente dalla produzione delle cave, 860mila a titolo di arretrati a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato con le quali è stata riconosciuta la validità delle delibere comunali che hanno fissato le tariffe relative al settore per gli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, dando quindi al Comune la possibilità di richiedere le somme a suo tempo non versate, proprio come per le aziende citate sopra. Entrando nello specifico dei circa 25,5 milioni di euro che dovranno arrivare come contributo per il materiale estratto, circa 5,2 milioni arriveranno dal canone di concessione degli agri marmiferi, mentre 15,1 milioni arriveranno dal contributo di estrazione e blocchi, e 5,1 milioni dal contributo di altri materiali da taglio.

Alessandra Poggi