Mamma lontana dalla figlia da 8 anni, l'appello disperato: "Lotto per riaverla"

L’ultima speranza della donna per "dare a mia figlia una vita vera, diversa da quella di tutti questi anni"

Una mamma cerca di riavere a casa sua figlia oggi 13enne

Una mamma cerca di riavere a casa sua figlia oggi 13enne

Massa, 9 dicembre 2022 - "Lotto perché mia figlia abbia una vita vera". Dal parco giochi alle aule di tribunale. Le carezze alla piccola sono state soppiantate da faldoni di ordinanze e atti, palazzi austeri che mettono soggezione. Questa mamma è lontana dalla figlia da 8 anni. Un’odissea nata da un passo falso, una richiesta di aiuto, che ha innescato l’incubo. In primavera il tribunale dei minori di Genova probabilmente si pronuncerà sull’affidamento dell’oggi 13enne agli attuali collocatari, e la donna sente che sta per finire la speranza di riavere con sé la bimba. Una figlia nata da una relazione tossica: si innamora di lui, più grande, sposato, molesto, oggi morto. Il 19 febbraio 2015 la donna ha un crollo: sotto pressione psicologica ingerisce una modesta quantità di psicofarmaci (come relazionato dal referto dell’ospedale). Va con le sue gambe in ospedale e chiede di essere presa in cura. Nel referto viene descritta come "una richiesta di aiuto". La donna rimane in corsia per 10 giorni. Durante il ricovero la bimba resta con un’amica. Il 27 febbraio i servizi sociali la segnalano al tribunale dei Minori di Genova, in quanto la madre farebbe ’abuso di sostanze alcoliche, dissidi in famiglia e problemi economici’. «Il 10 aprile arriva un’ordinanza del tribunale di Genova – racconta –: affidamento ai servizi sociali. La bimba è ospite in casa Faci a Marina di Massa dal 26 febbraio. In contemporanea vengono redatti controlli su di me per abuso alcol. Il 10 aprile mia figlia è affidata a collocatari, una coppia in provincia di Lucca. In estate, a giugno rivedo mia figlia per la prima volta, un incontro protetto. Si arriva all’inverno, al 14 dicembre 2017: esiste un procedimento penale a carico del mio compagno, che blocca il ritorno di mia figlia a casa. Il giudice De Mattia assolve il padre per abuso sui minori, “il fatto non sussiste“".

L’odissea continua: "Il 26 novembre del 2018 viene confermato l’affidamento e io posso vedere mia figlia un’ora due volte al mese. Genova rigetta la richiesta di affidamento diretto dei collocatari e mi impone di continuare il percorso psicologico. A gennaio 2019 lo choc: sono sospesi gli incontri perché in una relazione della scuola della bimba si parla di “regressione della figlia”. Dicono che io ho detto a mia figlia quando eravamo sole: “farò di tutto per portarti a casa” , frase mai confermata da nessuno. A marzo i servizi sociali confermano, tramite relazione, la “regressione“. Va detto che nei mesi precedenti sono risultata essere astemia da sempre, non fare uso di medicinali e non avere disturbi psicologici, anzi mi sono diplomata e lavoro. In estate il tribunale dei minori su richiesta della mio avvocato Cristina Guidi nomina una Ctu, volta a verificare l’influenza del sistema collocatario di mia figlia. L’esito del ctu ha verificato che la bimba ha costruito negli anni “un senso di identità organizzato intorno ad un falso sé fatto di cartone psicologico, in quanto non ancorato a un senso elaborato di sé coerente con l’interno, rispettivamente, aperto a scambi intersoggettivi genuoni“» che di fatto ribalterebbe la posizione di svantaggio per madre naturale. «In estate iniziano gli step di riavvicinamento, in totale sono 5, viene nominato un curatore speciale che vigila sulla vicenda. Si dovrebbe scalare ogni tre mesi, ma la maturazione non avviene. Siamo ancora alla fase 1: un incontro a settimana».

Arriviamo ai giorni nostri: «A giugno la bimba dimostra di avere un conflitto tra me e i collocatari, ma questo non credo sia vero. Alla luce del fatto che esiste una perizia di una luminare che dice che la bimba è costretta, per senso di lealtà, a non ‘tradire’ gli attuali collocatari (chiamati babbo e mamma da subito, non si può fare), che senso ha ascoltare solo il ’volere non genuino’ di una bimba e non una relazione di un perito? In primavera il tribunale dei minori probabilmente si pronuncerà. Io sto tentando di ribaltare le carte ancora una volta perché mi rendo conto che il volere di mia figlia, vedi la relazione della Ctu, non è proprio quello".