
di Monica Leoncini
Un quadro per dire no alla guerra. Già nel 2014. Lui è Gianni Ottaviani, che da Como ha scelto di trasferirsi a Villafranca, da poco più di un anno, con la moglie, ucraina, ma in Italia da vent’anni. Ora la famiglia si è allargata perché i coniugi sono andati a prendere la sorella di lei, Irina, coi due bimbi di sei mesi e tre anni, in fuga dalla guerra. Il legame di Gianni con l’Ucraina è forte: intimo amico di Andry Schevcenko, era stato a Kiev nel 2006, suo ospite a Kiev durante i mondiali di calcio. Era rimasto colpito da quel territorio così ricco di storia, aveva promosso una mostra e un’asta di beneficenza, col ricavato donato all’associazione fondata dal calciatore. Adesso punta i riflettori sul suo quadro ‘Il bugiardo di Mosca’, la cui immagine sta facendo il giro dei social, con la modella che aveva scelto e che è diventato un urlo contro la guerra. "Spesso mi sono domandato - dice - se avessi vissuto durante la seconda guerra mondiale, cosa avrei fatto contro l’ideologia nazista? L’unico mio strumento sarebbe stato l’arte,come fece il grande Picasso con il capolavoro Guernica. Oggi voglio urlare anche io e lo faccio con un quadro dipinto nel 2014, dopo la strage di pazza Maidan a Kiev". Il quadro, che custodisce in casa, raffigura una giovane in posa, quasi con un sorriso di sfida. "Rappresenta la bellezza della gioventù ucraina - spiega - che ti guarda e ti dice: ma cosa stai combinando? Perché? Sullo sfondo del quadro ci sono personaggi come Picasso, Marilyn Monroe, i Beatles, Kennedy, James Dean e il nostroPasolini, che si stanno rivoltando nella tomba, per come si sta maltrattando l’umanità in questo momento. Il quadro è stato un’anticipazione di questa brutale aggressione, contro una nazione di gente pacifista, umile e piena di talenti e artisti". La sua vita ora è cambiata, col contatto telefonico del cognato rimasto a combattere. "Ho amato Kiev con tanta forza - aggiunge - oggi la amo ancora di più. iocatore Andry Schevcenko’. Porto nel mio cuore un’esperienza di vita molto profonda, ho toccato con mano cosa significa stare sotto il dominio russo. Si respirava un’aria di cambiamento forte, una specie di rinascimento, soprattutto tra i giovani. Io sono orgoglioso di vivere in un Paese libero, dove spero potrò sempre esprimere il mio pensiero. Questo è un quadro significativo, al momento è corteggiato da musei internazionali, ma sono troppo legato".