L’uomo apuano avrà il suo museo Nascerà nel sito di Equi Terme Fusione di scienza e divulgazione

Pronto fra 3 anni il progetto di Alberto Putamorsi, commissario ed ex presidente del Parco delle Apuane. A ricostruire il nostro antenato presente in zona è stata l’Università di Siena con uno studio biofisico.

L’uomo apuano avrà il suo museo  Nascerà nel sito di Equi Terme  Fusione di scienza e divulgazione

L’uomo apuano avrà il suo museo Nascerà nel sito di Equi Terme Fusione di scienza e divulgazione

Nel giro di tre anni potremo guardare ‘in faccia’ i nostri progenitori che migliaia di anni fa abitavano all’ombra delle Alpi Apuane. Vicino alle grotte di Equi Terme, dove oggi c’è già il GeoLab, sorgerà infatti il "Museo dell’uomo Apuano": un progetto che nasce dalla sinergia e collaborazione fra Parco delle Alpi Apuane e Soprintendenza, con un investimento spalmato su tre anni appunto di circa 700mila euro in tutto. E’ un’idea dello storico presidente del Parco, Alberto Putamorsi, ora in veste di commissario in proroga firmata dalla Regione, che in questi anni ha lavorato per portarla nelle sue fasi finali: "La preparazione è iniziata con l’acquisto di un grande immobile su due piani dove già c’è il GeoLab a Equi Terme – racconta Putamorsi – per chiudere il cerchio, unire bellezza e cultura. L’uomo, transumante fino al 3.000 avanti cristo, si ferma in quell’epoca nella nostra zona perché trova il rame affiorante e inizia a lavorarlo. Le Apuane sono ricchissime di rame. Circa 5mila anni fa quindi si stabilisce qua. Di quegli anni abbiamo tantissimi ritrovamenti, sono secoli in cui vengono prodotte le Statue Stele, prima dell’arrivo dei Liguri Apuani che avviene invece intorno al 900 avanti cristo. Di quelle popolazioni precedenti abbiamo ritrovato i copri, gli oggetti lavorati. Sono i veri progenitori delle popolazioni che oggi abitano sulle Apuane". Ma come potremo vederli ‘in faccia’ nel museo che nascerà? "Alcuni anni fa abbiamo fatto un accordo con l’Università di Siena per ricostruire le loro sembianze dai ritrovamenti e così sono stati realizzati dei ‘fantocci’ che saranno in esposizione. Inoltre, grazie alla convenzione con la Soprintendenza cercheremo di recuperare tutto il materiale ritrovato su queste popolazioni, sparso fra le varie Soprintendenze e altre sedi in Italia, da riportare a Equi e allestire il museo che avrà anche una parte di foresteria. Non sarà un luogo per addetti ai lavori ma un progetto che oltre allo sviluppo scientifico vuole fare divulgazione. Così Equi Terme con le grotte, GeoLab e Museo avrà un’offerta completa per turisti e non solo". Il progetto dovrebbe vedere la luce in due o tre anni circa ed è quindi il frutto di un percorso complesso. Basta pensare alla collaborazione con l’Università di Siena che ha ricostruito l’uomo preistorico apuano, con uno studio biofisico e comportamentale sul popolo delle statue stele all’interno di un più ampio progetto di studio dei reperti scheletri umani preistorici provenienti dalla Tana della Volpe di Equi Terme. Poi le tre campagne di scavi nell’area archeologica di Pontevecchio fra 2018 e 2021, già luogo dell’eccezionale ritrovamento nel 1905 di nove statue stele, il cui contesto di rinvenimento è stata indagato a fondo proprio con quest’ultima recente indagine, restituendo risultati di notevole interesse scientifico e valore culturale, relativamente a popolazioni risalenti sia all’Epigravettiano finale sia all’Età del rame e bronzo. Una valorizzazione completa che dovrebbe trovare appunto l’atto finale con il museo, un percorso di documentazione e ricostruzione dei caratteri fisici e degli elementi culturali delle popolazioni vissute nella Lunigiana Apuana nel corso della Preistoria e Protostoria, in particolare dal Paleolitico superiore all’Età del Ferro in cui il Lapidarium Apuanum, già esistente nel GeoLab, costituisce sezione speciale dello stesso Museo ed arricchisce l’offerta espositiva del polo fruitivo geo-archeologico di Equi Terme. Un progetto che con tutta probabilità si potrà aprire al supporto di soggetti pubblici e anche privati per diventare sempre più importante per la Lunigiana e tutta la provincia apuana.

Francesco Scolaro