Si continua a chiamarla Zona industriale apuana quella che è considerata uno "dei primi esempi italiani di dirigismo economico nella creazione di aree produttive attrezzate". Allora l’idea era quella di offrire alla popolazione occasioni di lavoro alternative al marmo. Pesante l’eredità lasciata da quel dirigismo ma anche il vuoto che ne è seguito. Un vuoto di risorse, investimenti, segnali chiari e, soprattutto, di idee. La mancata programmazione del territorio ha lasciato che quell’area si trasformasse in un’accozzaglia di tentativi, fallimenti, incompiute, più che una vera zona industriale. E il “caso Sogegross” non sembra smentire la consuetudine di lasciar gestire il territorio da, spesso temporanee, mire private senza grande condivisione di intenti.
CronacaL’industria e la variante ‘impazzita‘