
L’esercito solidale Decine di volontari al lavoro giorno e notte guidati da Croce Rossa
di Patrik Pucciarelli
Torna in moto la grande macchina dell’accoglienza apuana. Parliamo di sbarchi, sempre con maggiore frequenza le ong attraccano al porto di Marina. Parliamo di uomini, donne e bambini, che fuggono da guerre e carestia. Infine parliamo di volontari, che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per dedicarsi agli altri. La parte nascosta è anche questa, quella di mezzi e persone che devono gestire in poco tempo centinaia di migranti, che portano con sé le ferite di una vita passata in territori ostili, fra guerre, carestie, violenze e fame.
A coordinare c’è la grande organizzazione della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile. La nave arriva in porto, sono le 17, devono sbarcare 203 persone le altre 143 sono destinate a Livorno. Tutto si attiva con l’attracco, dove salgono per primi i medici e i sanitari dell’Asl insieme ai volontari che portano a bordo vestiti nuovi e materiale igienico sanitario. In prima battuta viene fatta una verifica, per capire chi ha bisogno di visite mediche specialistiche urgenti. "Poi i tamponi ai sintomatici e una valutazione delle possibili patologie evidenti – racconta il presidente della Croce rossa provinciale, Giorgio Ricci –. Per le 6 donne incinte ci sono a disposizione le ostetriche e le ginecologhe. Sono presenti anche i pediatri del Meyer, per un centinaio di minori tra cui molti sono appena nati. Abbiamo messo in conto anche eventuali trasporti in ospedale, per quelle persone con patologie che necessitano di cure specifiche". Nella struttura di accoglienza organizzata all’interno del polo fieristico, oltre ai mediatori linguistici di Casa Betania, c’è il personale specializzato per agevolare la comunicazione e il ricongiungimento familiare. "In questo modo – prosegue Ricci – i migranti possono telefonare a casa e alla loro famiglie. Inoltre viene garantito anche il servizio di assistenza psicologica. Ci attendono altre 36 ore di lavoro intenso. Si tratta di 35 volontari con turni di 36 ore di lavoro intenso perché ci dovremo occupare di portare i migranti sia in case di accoglienza all’interno della regione che fuori, in virtù della convenzione siglata da Croce rossa e ministero. L’auspicio è che tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli sbarchi siano sempre più coesi. Ringrazio i volontari che ogni volta sono disponibili a supportare chi proviene da contesti difficili con storie orribili".
All’interno di questo lungo iter ci sono tre fasi operative. "La prima a bordo nave, in cui gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera effettuano le operazioni di tampone covid e di screening sanitario – a parlare è il delegato regionale all’emergenza e Protezione civile, Andrea Marchi –. La seconda fase è sulla banchina, dove continua l’assistenza allo sbarco: dalla discesa dalla nave al trasferimento con i pulmini al centro di prima accoglienza dove avvengono le visite da parte dell’Asl". Ogni persona viene identificata dal personale della questura. Sempre alla Imm ci sono i volontari che si occupano del cibo e del bere. La terza fase è quella di tipo sociale psicologico dove gli stranieri possono contattare i familiari e ricevere informazioni su dove si trovano, cosa li aspetta e qual è l’iter di riconoscimento per ricevere un supporto psicologico.
E’ un team ormai rodato quello dell’accoglienza formato da un coordinatore, un medico, un infermiere, volontari con funzione sia sanitaria che logistica a bordo nave e sulla banchina. Ci sono poi interpreti, psicologi, operatori per il ricongiungimenti, autisti e logisti. Come ogni volta le operazioni sono svolte dal personale