
Importante iniziativa del Rotary Club Marina di Massa Riviera Apuana del Centenario che ha incontrato il collega Riccardo Jannello per celebrare la Giornata della Memoria. L’incontro è stato rigorosamente a distanza, via zoom, ed erano collegati tanti soci del club. In tutto quasi 30 persone, tra cui, per fare solo qualche nome, il presidente Pietro Perfetti, la segretaria Francesca Abiuso, il vicepresidente Marco Galassi, il past president Salvatore Cassata, Paola D’Angelo, Lorenzo Veroli , Sara Rivieri, Loredana Poggi e naturalmente Leonardo Nicodemi. Al centro del dibattito “La questione ebraica e i Savoia”, con Jannello, giornalista del Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno) che ha illustrato quali sono state o potranno essere le conseguenze della lettera di scuse che Emanuele Filiberto Savoia ha inviato alle Comunità Ebraiche Italiane per le “Leggi sulla difesa della razza” che il suo bisnonno Vittorio Emanuele III ha controfirmato su pressione di Benito Mussolini e Adolf Hitler.
"A quasi 83 anni di distanza – ha detto Jannello – le scuse di Emanuele Filiberto sono tardive e rischiano di rimanere senza alcun perdono, come già le Comunità Ebraiche hanno fatto sapere, pur riconoscendo che almeno per la prima volta qualcuno della ex casa regnante ci ha messo la faccia. Tardive perché potevano essere già state presentate da Vittorio Emanuele III, sopravvissuto cinque anni alla fine del fascismo, o da suo figlio Umberto II, scomparso nel 1983 quando la questione ebraica era già stata ampiamente discussa. Solo nel 1997, in vista dell’abrogazione dell’articolo della Costituzione che esiliava gli eredi Savoia e i congiunti e in nome di quella pace nazionale che molti auspicavano, Vittorio Emanuele, figlio di Umberto II e nipote di Vittorio Emanuele III, disse che ‘le leggi razziali erano state una vergogna per l’Italia’, senza però mai nominare quella che Emanuele Filiberto nella lettera agli ebrei chiama la Real Casa". Le Comunità Ebraiche hanno risposto freddamente alle scuse di chi ora li chiama “fratelli”:
"Sarà la storia a decidere – ha affermato Jannello citando la posizione assunta dagli ebrei italiani – e comunque nessuno di noi accetta scuse per interposta persona. La visione antisemita è difficile da estirpare come lo è la visione, a volte qualunquistica, che si ha degli ebrei quali fossero gli unici detentori di quei “poteri forti” tanto bistrattati e unici ‘angeli del male". La discussione è stata vivace, anche sul “cui prodest” della mossa di Emanuele Filiberto, ormai fuori dai giochi politici così come tutta la sua dinastia. Ma ovviamente ogni ipotesi deve essere considerata alla luce dei futuri sviluppi, quindi solo la storia ci darà una risposta.
A.Lup.