
E’ stata inaugurata ieri la mostra di Giuseppe Fazzi nelle aule del Convento dei Cappuccini, a Capaccola. L’evento è stato organizzato dall’associazione “Padre Damiano da Bozzano” e prevede opere che ritraggono le maestà dipinte nelle varie locandine devozionali del Comune di Massa. L’opera di Giuseppe Fazzi ha, da moltissimi anni, puntato l’attenzione su aspetti collettivi di rilevanza. Dalla modernissima istantanea narrazione della attuale gioventù nel pieno della rivoluzione della comunicazione dei mass media e della comunicazione portatile, come gli smart phone, a una narrazione più tradizionale come il devozionismo popolare, passando dalla trattazione delle pitture murali interne agli appartamenti massesi di quella che veniva chiamata Massa Picta. Devozionismo che viene rappresentato nell’opera, apparentemente meno pregiata, di ignoti artisti che decorarono le edicole, ai bordi delle strade, rappresentanti immagini sacre, genericamente dedicate alla Sacra Famiglia. Come spesso accade la centralità della Madre e del Bambinello (termine grammaticalmente corretto ma con significati espliciti e, ormai, esclusivi del Gesù infante) sono i temi che fanno da filo conduttore di ogni edicola. Appaiono, ad affiancare le due figure principali, anche personaggi che, a seconda delle necessità, ritraggono o i committenti o figure simboleggianti le virtù che si vogliono esaltare in quel dipinto. Ma la cosa che ci rende grati all’opera di Fazzi è l’improvvisa consapevolezza che molte di queste opere, in questa mostra duplicate dall’artista, sono, negli originali, in forte deterioramento. L’iniziativa vuole dunque essere un invito agli enti locali (Comune e Regione) a farsi carico di un’opera di restauro e conservazione, là dove ancora possibile. L’Associazione “Padre Damiano da Bozzano”, con i propri limiti ma con la propria determinazione, adotta la Maestà di via Molinara per restituirla ad una migliore amminirazione. "Nella consapevolezza – scrivono dall’associazione – che l’enormità dell’offerta devozionale ci impedisce, come società nel complesso, di poter eseguire una regolare e continua manutenzione e preservazione dell’esistente, resta però il rammarico di non poter risanare adeguatamente questo aspetto pittorico diffuso sul territorio massese con la cura che ci si potrebbe auspicare.
L’appartenenza religiosa non è così basilare per comprendere che ogni aspetto che scaturisce dalla cultura popolare, nelle sue espressioni artistiche, spesso di pregevole fattura, diventa patrimonio antropologico e oggetto di analisi filosofica e teologica. Ringraziamo dunque il Maestro Fazzi per la meticolosità con cui sta sviluppando da anni l’analisi del territorio massese". La mostra resterà aperta fino al 23 dicembre con apertura pomeridiana dalle 15 alle 18.