Le luci e i simbolismi di Rocchi a palazzo Ducale

Inaugura oggi la personale intitolata “Illuminazione“. Un viaggio tra le pieghe . della contaminazione artistica

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MASSA

Marmo e piombo si mescolano al simbolismo per dare vita alle opere del maestro Roberto Rocchi, esposte nella personale “Illuminazioni“ che sarà inaugurata oggi alle 18 a palazzo Ducale. Rocchi è docente di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, e in passato aveva ricoperto il ruolo di direttore della scuola di scultura dell’Accademia di Brera. La presentazione della sua personale è stata affidata a Valerio Dehò, docente di estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La mostra illuminazioni nasce sotto il segno della luce, ora manifesta ora da ricercare, da frugare, da scandagliare, e intende offrire al pubblico l’occasione di un’esperienza “altra” che porti i sensi oltre il reale, aprendo il gioco a momenti epifanici.

Sembra che Rocchi riesca a creare armonie alchemiche tra i materiali più disparati, prima di tutto il marmo, come il greco Thassos, lavorato in fogli di pochissimi millimetri che si lasciano attraversare da una luce dal sapore mistico. E poi c’è il piombo che con la sua solidità materica, associato al marmo, alla luce e alla foglia d’oro crea un dialogo continuo tra il pesante e il leggero, il basso e l’alto, la materia e lo spirito, inseguendo una sorta di equilibrio tra gli opposti che trova il suo adempimento in una quinta dimensione, in cui la coscienza, al di fuori delle limitazioni di spazio e tempo, può esperire l’ oltre.

Numerosi i simboli utilizzati, per citarne alcuni il pentagono regolare che rappresenta l’infinito perché figura in grado di replicarsi infinite volte, o la roccia, la cui mole, nelle opere di Rocchi, viene invitata a trasformarsi in levità, ma anche la croce che supera la simbologia cristiana per assurgere ad archetipo o i chiodi che puntuti e fitti guidano lo sguardo verso la luce blu, un blu che, per dirla con Yves Klein diventa "L’invisibile che si fa visibile". L’invito dell’artista, è quello di scivolare tra le varie opere: "Sguardo, in fondo in fondo laggiù, ignoto, origini, senza fine, tra le altre, in un percorso che permette di incontrare idealmente grandi maestri del passato come Ettore Spalletti, Barnett Newman e Mark Rothko".