ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Le frasi choc di Franchi. Beni estimati, la legge. Un pasticcio politico che si cerca di risolvere

Il parlamentare del Pd Arturo Scotto cerca di riproporre il superamento dell’editto di Maria Teresa, questione affossata dal governo nel 2015. Su 82 cave, soltanto 4 sono completamente private, 44 miste.

Le frasi choc di Franchi. Beni estimati, la legge. Un pasticcio politico  che si cerca di risolvere

Le frasi choc di Franchi. Beni estimati, la legge. Un pasticcio politico che si cerca di risolvere

Il Pd per rimediare al pasticcio del 2015 vuole rimettere mano alla legge 35 del 2015. Lo stesso Partito democratico che di fatto in quell’anno a Roma ffossò quelloche Firenze chiedeva. A Carrara in questi giorni è tornata popolare la questione dei beni estimati e del profitto di pochi a discapito dell’intera città dopo le parole dell’imprenditore del marmo Alberto Franchi della Fum, che nel fuorionda della trasmissione Report si è lasciato scappare "qua si fanno male perché sono deficienti", mentre l’economista di Report ha definito i ricavi dell’estrazione più alti di quelli che muovono la droga e la moda. L’oggetto del ricorso era il comma 2 dell’articolo 32 della legge riguardante i beni estimati, ossia le cave di marmo che sono di proprietà privata in base all’editto di Maria Teresa d’Este del 1751, e che la Regione con la legge comunale dell’allora sindaco Angelo Zubbani volevano rendere pubbliche. Zubbani voleva equiparare i beni estimati agli agri marmiferi, ma per dare più forza a una semplice ordinanza comunale, suscettibile di ricorsi, come poi invece è avvenuto, aveva chiesto l’ancoraggio della Regione.

La legge regionale 35 del 2015 nello stesso anno venne bloccata dal Governo di Matteo Renzi che impugnò l’incostituzionalità davanti al Consiglio dei Ministri, che a sua volta rigirò la questione alla Corte Costituzionale e da qui all’Avvocatura dello Stato che dichiarò la natura ‘privata’ delle cave, nello specifico i beni estimati. A Carrara i beni estimati costituiscono circa il 33 per cento della superficie totale. Su 81 cave attive nei bacini marmiferi, soltanto 29 sono completamente pubbliche, in regime di agro marmifero comunale a tutti gli effetti. Delle altre 52 cave in attività otto sono totalmente beni estimati, e 44 hanno quote variabili. Ma come detto la legge 35 del 25 marzo 2015 era stata affossata dal governo Renzi perché "contrastava con le disposizioni che regolano l’ordinamento civile".

Per tutti gli imprenditori del settore Maria Teresa Cybo-Malaspina, sovrana del Ducato di Carrara, a distanza di secoli continua ed essere una grande certezza: è suo l’editto che nel 1751 regolamentò l’attività delle cave, istituendo una sorta di ‘concessione perpetua’ per tutti coloro che nel catasto dell’epoca avevano una cava registrata da almeno 20 anni.

A impugnare il provvedimento, colpiti nella proprietà di un bene che ritenevano ormai loro, anche gli imprenditori, con l’Omya come capofila. Intanto come spiegato ieri dalla Nazione l’onorevole del Pd Arturo Scotto ha deciso di riportare l’attenzione del parlamento sulla legge regionale 35 e la questione dei beni estimati. E sulla vicenda ha presentato un’interrogazione parlamentare. Insomma adesso l’intero Pd, da Roma a Firenze, con Vincenzo Ceccarelli, si sta impegnando per ridare forza ad una legge che qualcuno aveva dimenticato in qualche cassetto.