L’avventura del cinematografo: "La mappa delle sale a Pontremoli. Epoca d’oro tra film e orchestra"

Nel libro dedicato al “Manzoni“ emerge la presenza di altre strutture nell’ultimo secolo sul territorio

L’avventura del cinematografo: "La mappa delle sale a Pontremoli. Epoca d’oro tra film e orchestra"

L’avventura del cinematografo: "La mappa delle sale a Pontremoli. Epoca d’oro tra film e orchestra"

C’era una volta il cinema muto, quello delle origini. C’erano un pianista o un’orchestrina che eseguivano dal vivo il commento musicale per sottolineare l’arte scenica di star come Charlie Chaplin, artista della risata agrodolce. Sale non solo di città, ma anche di periferia come quelle di Pontremoli, dove il cinema senza parole fu, al tempo del bianco e nero, un mezzo importante e necessario di conoscenza e divertimento. Il pretesto per fare la storia del cinema guardato è la vicenda del Cinema Manzoni attivo fin dal 1936, raccontata nel libro" Il Cinema Manzoni di Pontremoli, breve storia di una sala di periferia" di Fabrizio Rosi, presentato sa domenica scorsa, ovviamente al Manzoni, dove è anche stata richiamata la storia recente della sala cinematografica tenuta aperta da un gruppo di un cinquantina di volontari per scopi socioculturali. In particolare è stata ricordata la figura di Antonio Ricci coordinatore del gruppo, recentemente scomparso, e guida instancabile che per tanti anni ha sostenuto la presenza della sala cinematografica del Manzoni.

"Ricostruire, seppur brevemente, la storia del Cinema Manzoni di Pontremoli significa aggiungere un’altra tessera al puzzle della storia locale - ha detto Fabrizio Rosi, già dirigente scolastico e ora autore di diversi libri sulla storia della città -. La ricerca non è stata sempre facile perché non si è potuto attingere ai materiali che si riteneva dovessero essere disponibili sia presso l’Archivio Storico Diocesano sezione di Pontremoli, sia presso la Biblioteca del Seminario Vescovile. Ancora una volta Il Corriere Apuano si è rivelato una fonte preziosa di informazioni che ha consentito di datare la nascita del Cinema Manzoni e di seguirne le vicende principali. Purtroppo,come avvenuto per altre ricostruzioni storiche,non si è potuto contare sulle testimonianze di coloro che, in un modo o nell’altro protagonisti delle vicende, soprattutto quelle meno recenti, del cinema. Penso agli amministratori, ai vari gestori e cineoperatori, ai vecchi frequentatori. Pur sottolineando che una breve storia non prevede l’esaustività,tuttavia riteniamo che sia comunque indispensabile e improcrastinabile riannodare i fili possibili ed essenziali di quasi 90 anni di presenza a Pontremoli del Cinema Manzoni. La ricerca ha finito allargarsi inevitabilmente ad altri cinema e così si è potuto constatare come a Pontremoli il cinema fosse di casa e oltre che al Manzoni e al Teatro della Rosa, per opera di alcuni imprenditori pontremolesi siano state aperte nel tempo diverse sale cinematografiche". Ce n’erano presso oratori e parrocchie, addirittura all’ospedale civile, al Convitto Marello e alla S.S. Annunziata. In Via Pietro Cocchi era aperta la sala Edison di Ermanno Domenichini, che era anche fotografo, c’erano l’Apua in Via Garibaldi e lo Splendor nell’ex "Camera fumo" a San Pietro dove qualche anno prima i ferrovieri andavano a trascorrere la pausa pranzo. Immagini, ricordi, nostalgie del mondo dei girovaghi e del loro eroe in bombetta e bastone dal cuore di fanciullo.

Un omaggio indiretto a Chaplin e alla magia del cinema che lanciava messaggi di libertà nei borghi chiusi. Nel libro c’è la storia del Manzoni dove si proiettavano film educativi sotto il controllo della Curia, mentre al Teatro della Rosa vigeva una gestione più laica. Poi le gestioni più vicino alla cronaca dei nostri giorni con l’arrivo del Cineforum grazie alla disponibilità del sarzanese Roberto Ariodante Petacco appassionato cultore di cinema che ha insegnato a generazioni di studenti a guardare le storie e a commentarle criticamente. Alla presentazione sul palco del Manzoni condotta da Luciano Bertocchi erano presenti Roberto Petacco, don Giovanni Barbieri e l’autore Fabrizio Rosi. Hanno portato i saluti il sindaco Jacopo Ferri e il consigliere regionale Giacomo Bugliani.

Natalino Benacci