REDAZIONE MASSA CARRARA

L’arte dell’accoglienza Bimbi ucraini e afgani ritrovano il sorriso tra scuola e laboratori

Gli operatori di Casa Betania nei Cas di Montignoso e Bonascola a Carrara. Un corso di incisione per stimolare la fantasia, interpreti e aiuti per le lezioni.

L’arte dell’accoglienza Bimbi ucraini e afgani ritrovano il sorriso tra scuola e laboratori

L’arte dell’incisione per aumentare le capacità espressive dei bambini fuggiti con i genitori dalla violenza della guerra e del regime. Un progetto speciale nato per loro che, attraverso l’incisione e la stampa, cerca di stimolare la loro fantasia aiutandoli a cancellare i brutti ricordi accumulati durante il viaggio verso la salvezza in Italia. Sono coinvolti una quindicina di bambini ucraini e afghani, figli di richiedenti asilo che vivono tra Montignoso e Carrara. Il progetto intitolato ‘Il piccolo stampatore’ è sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Carrara e realizzato dal personale di ‘Casa Betania’. Ad insegnare l’antica tecnica dell’incisione è stata chiamata l’artista Irene Puglisi, originaria della Sicilia e grande esperta.

"Abbiamo partecipato ad un bando della Fondazione CariCa di Carrara e abbiamo vinto – spiega Giulia Severi di Casa Betania –. Come Centro di accoglienza straordinaria lavoriamo con la prefettura, ma in zona manca il livello successivo che è la rete Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione. Un livello che per esempio serve a dotare i bambini profughi che vanno a scuola del materiale didattico necessario. Questa carenza è stata colmata dalla cittadinanza e il materiale raccolto è nel magazzino della chiesa metodista. Il nostro progetto si propone di sviluppare la fantasia dei bambini e insegnare loro a fare squadra attraverso attività artistiche e di intrattenimento". Ai bambini che frequentano i Cas di Montignoso e di Bonascola a Carrara si insegna come realizzare una matrice, come si inchiostra e come si fa a riportare la stampa su carta o stoffa, ma anche come realizzare un piccolo libro d’artista. "Oltre alla tecnica dell’incisione – prosegue Giulia Severi – il laboratorio prevede di insegnare la tecnica del riciclo. I bambini sono felici di stare assieme a dare spazio alla fantasia, e lo sono anche i genitori che seguono il laboratorio da distanza per non interferire sulla loro creatività".

Poi c’è il progetto dedicato a bambini e ragazzi delle famiglie afghane arrivate in terra apuana attraverso i corridoi umanitari e realizzato da Caritas e Casa Betania grazie ai fondi dell’impresa sociale che coinvolge circa 80 associazioni italiane. "E’ nato uno speciale progetto di inserimento scolastico – spiega ancora Severi – per una quindicina di ragazzi tra Massa Carrara e Lucca. I nostri mediatori culturali, se richiesto dalla scuola come nel caso dell’istituto comprensivo di Montignoso, vanno in classe e svolgono le attività necessarie, come tradurre quello che dicono i ragazzi. Come Casa Betania abbiamo anche il compito di riempire il loro tempo libero con delle attività. Grazie ad un fondo pro capite dell’impresa sociale ci occupiamo anche di pagare le spese per visite specialistiche, dare loro supporto nel fare i compiti, acquistare il materiale necessario per fare uno sport e attività teatrale nei laboratori estivi". Alessandra Poggi