
Lacrime per don Mario. E’ stato parroco per 25 anni. Il saluto dei Quercioli
Più che una vera e propria festa, quella di domenica scorsa ai Quercioli, per dire ufficialmente addio a don Mario Amadi dopo 25 anni da parroco della chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice, è stato un momento toccante e ricco di emozioni, dove in molti non hanno trattenuto le lacrime. Un lungo pomeriggio che si riassume nella scritta "Grazie Don Mario", apparsa nel gigantesco striscione esposto nella facciata della chiesa, dove il parroco rimarrà tale fino a fine mese, quando si trasferirà alla parrocchia della Santissima Annunziata di Marina di Carrara. Prima dei festeggiamenti, nel cortile della parrocchia, don Amadi ha officiato l’ultima funzione della settimana conclusiva del mese mariano, dedicato a Maria e festeggiato come da tradizione.
La chiesa era gremita di fedeli che al termine della celebrazione hanno ascoltato e applaudito le parole del sacerdote, che ha ringraziato "tutti coloro che dall’inizio alla fine di un’esperienza durata un quarto di secolo – ha ricordato don Mario – mi sono stati vicini assicurando il loro prezioso contributo, sia spirituale che di collaborazione volontaria".
Un grazie e un saluto rivolto alla parrocchiana più anziana e più emblematica, Giorgia Bertuccelli, agli altri parrocchiani, ai fedeli anche non dei Quercioli, al coro, alle catechiste, agli addetti al Consultorio per la famiglia e a tutti quelli dei vari corsi, tra cui quello di ginnastica. Non dimenticando i volontari della cucina e tutti coloro che in un modo o in un altro, dandosi da fare e rimboccandosi le maniche, hanno fatto parte della comunità parrocchiale sostenendo il parroco nella sua missione, per altro riuscita, di fare dei Quercioli uno dei santuari, non solo locali, più attivi e apprezzati.
Dal momento spirituale poi si è passati a quello conviviale, con il taglio della torta e il brindisi beneaugurante per il nuovo percorso che aspetta don Amadi, al cui posto è pronto a subentrare don Claudio Hitaj, attualmente parroco della chiesa di San Ceccardo a Carrara. Tra fotografie ricordo e gesti affettuosi scambiati tra il parroco e i fedeli, è aleggiato anche un pizzico di malumore "perché – hanno sussurrato in più persone – pur non entrando nel merito delle scelte della Chiesa e della necessità di avvicendamento, chi decide dovrebbe forse anche tenere conto dei legami, della fiducia e dell’affetto che si sono generati tra un sacerdote e i suoi fedeli".