In un contesto generale di regressione culturale ed economica, la città di Massa riesce a distinguersi in peggio: "Stiamo vivendo non solo un momento di crisi relegato alle congiunzioni nazionali e internazionali, ma anche a una confusione e uno spettacolo indecente che la politica ci sta offrendo". Lo sostiene Francesco Bennati (nella foto), presidente Fiepet Confesercenti, che entra nel merito del dibattito politico della città, a poche settimane dal voto.
"Da una parte una divisione dai toni sempre più aspri che ormai sono alla stregua di una rissa da bar, creando un danno non solo alla gestione della macchina comunale ma anche all’immagine stessa delle istituzioni. Dall’altra una palese incapacità di fare una selezione politica seria, trasformando lo strumento di partecipazione delle primarie in una mini resa dei conti, con candidati a ogni angolo tutti in cerca di gloria e non di utilità per la città. La politica è la guida, la politica serve, la politica va rispettata e far politica non vuol dire spartirsi i posti o minacciare una candidatura a sindaco per raccattare un posticino da qualche parte. La nostra città sta affondando per l’incapacità di risolvere i problemi, stiamo arrancando, convinti di una centralità massese nell’universo,k figlia di una retorica e di un’incapacità amministrativa e propositiva della politica". Bennati è critico con le attuali amministrazioni ma anche con alcune delle proposte in campo e chiede risposte ai problemi strutturali e storici del territorio: "Come il ripascimento dell’arenile e di fornire a esso un piano di organizzazione serio e concertato. La città ha bisogno di una raccolta dei rifiuti efficiente e proporzionata con le stagionalità delle attività commerciali, di recuperare la zona del Candia, di garantire un futuro al nostro turismo e al contempo di non lasciare le zona come la Partaccia abbandonata per 8 mesi all’anno. Se non siete capaci di decidere, queste sfide come saranno risolte? – con un interrogativo che sembra indirizzato soprattutto al centrosinistra – Se la politica continua a occuparsi di chi va qui e chi va là, spesso e volentieri non avendo minimamente nel curriculum neanche l’ombra delle competenze, come pensate di cambiare la città, o meglio come pensate di salvarla? Continuerete a cambiare le tende mentre la casa va a fuoco o finalmente deciderete di fare politica?".