FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

La ‘morosità’ del marmo: "Concessionari di cave in debito con il Comune per oltre un milione"

La denuncia del Polo Progressista su concessioni e contributi non pagati. I soldi andrebbero utilizzati per la manutenzione delle strade montane. "Stop alle rateizzazioni dei pagamenti come per le persone indigenti".

La denuncia del Polo Progressista su concessioni e contributi non pagati. I soldi andrebbero utilizzati per la manutenzione delle strade montane. "Stop alle rateizzazioni dei pagamenti come per le persone indigenti".

La denuncia del Polo Progressista su concessioni e contributi non pagati. I soldi andrebbero utilizzati per la manutenzione delle strade montane. "Stop alle rateizzazioni dei pagamenti come per le persone indigenti".

Le aziende del lapideo fanno affari milionari estraendo il materiale dal ventre delle Alpi Apuane: un profitto che dovrebbe generare importanti ricadute sul territorio. Ci si aspetta, quantomeno, che canoni di concessione e contributi all’escavazione dovuti dai concessionari di cava entrino presto e bene nelle casse del Comune, lo stesso ente che autorizza e concede lo sfruttamento del bene pubblico. Però non è sempre così. Il Polo Progressista e di Sinistra sostiene che la morosità dei concessionari di cava supererebbe il milione di euro. Numeri che sarebbero stati forniti dagli stessi uffici su sua richiesta.

"Purtroppo si parla di cifre importanti, oltre un milione di euro, che chi estrae il marmo delle Apuane (vale la pena ricordare che gran parte delle cave nel nostro territorio sono in area contigua del Parco delle Alpi Apuane) non versa come dovrebbe nelle casse del Comune – sostiene –. Si tratta spesso di morosità risalente a 3 o 4 anni fa, coinvolge cave in diversi bacini, riguardano sia cave attive che cave al momento non operative". Sono somme che, per la loro natura, dovrebbero essere destinate a migliorare viabilità e la vivibilità dei paesi di montagna interessati in qualche modo dalle attività estrattive. "Oltre un milione di euro di denaro che dovrebbe essere nelle casse del comune – prosegue il Polo – e che per la maggior parte del suo importo ha una destinazione specifica e mirata: manutenzione delle strade attraversate dai camion del marmo, manutenzione e progettazione ambientale".

Una situazione che secondo il Polo mostra i tanti chiaroscuri dell’economia legata al lapideo. "Da una parte l’evidente impatto ambientale che sta distruggendo i nostri versanti, sta mettendo a rischio le sorgenti d’acqua del nostro territorio, in pericolo il fragile equilibrio dell’ecosistema Apuane. Dall’altra la questione distribuzione della ricchezza prodotta: i blocchi saranno stati venduti, le aziende di escavazione avranno incassato lauti guadagni, ma nel frattempo non hanno versato quanto dovuto alla collettività a cui è stato sottratto un bene comune per concedergliene lo sfruttamento". Il Polo Progressista chiede contromisure: "Ci aspettiamo un’azione del Comune più decisa, che non si limiti come ha fatto fino ad adesso a concedere rateizzazioni nel pagamento delle morosità come si fa, giustamente, con le persone indigenti. Diverse aziende che non hanno pagato il dovuto, hanno contemporaneamente richiesto di fare ulteriore escavazione e l’amministrazione glielo ha concesso. Chi vuole utilizzare un bene comune deve mostrare un comportamento corretto, giuridicamente ineccepibile, nei confronti dei cittadini massesi che si vedono impoverire di una parte del loro territorio".