La montagna svetta sul futuro: "Mettere in rete le esperienze per un nuovo equilibrio sociale"

Convegno a Sassalbo per parlare di progettualità e del ruolo dell’Europa nel rilancio dei borghi. Giovannelli: "Il Parco dell’Appennino è divenuto tessuto connettivo per la “Riserva di Biosfera“".

La montagna svetta sul futuro: "Mettere in rete le esperienze per un nuovo equilibrio sociale"

La montagna svetta sul futuro: "Mettere in rete le esperienze per un nuovo equilibrio sociale"

Quale struttura più rappresentativa per accogliere i lavori della Giornata internazionale della montagna se non la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano di Sassalbo? E’ proprio qui che si è svolta ieri mattina la conferenza sul progetto che intende avvicinare l’Europa e le sue opportunità, ai Comuni, imprese, associazioni dei territori montani e delle aree interne della Toscana. Dopo i saluti di Gianluigi Giannetti, sindaco di Fivizzano, nonché presidente dell’Unione dei Comuni, ha aperto i lavori il presidente del Parco Nazionale Fausto Giovannelli: "Un Parco nato per essere dentro il territorio – ha detto – la cui sede è sorta a Sassalbo per libera scelta, per decisione degli abitanti, dei capifamiglia di questo borgo così particolare e ricco di storia. E oggi è un Parco di territorio che tutela l’Appennino, un Parco di frontiera divenuto tessuto connettivo per la “Riserva di Biosfera“, dove sono ben 26mila gli ettari di bosco certificati con 77 progetti da parte di Comuni appartenenti per ridurre l’impronta carbonica. Certamente presenta importanti risorse umane che animano i territori di montagna, capaci di dare il massimo in ogni frangente. Per un secolo l’Appennino ha rappresentato un luogo d’abbandono per antonomasia, oggi – conclude il presidente del PNATE – La montagna rappresenta una risorsa e dobbiamo ringraziare l’Anci Toscana, la prima a collaborare con noi".

"Bisogna mettere in rete i problemi e le esperienze che l’Anci regionale ci ha forniti, la mia percezione – sottolinea nel suo intervento Luca Marmo, sindaco di S. Marcello Piteglio e referente per l’Anci delle Politiche della Montagna – è che le trasformazioni in atto non sono semplici. Cosa ci sarà fra 50 anni? Con i dati a nostra disposizione la sensazione netta è che è l’abbandono, in tutte le aree di montagna, a porci innanzi le problematiche maggiori, come l’invecchiamento della popolazione, con una società privata della spinta propulsiva caratterizzata dalle giovani generazioni. Fa ben sperare però – evidenzia – l’effetto del dopo Covid con i suoi saldi anagrafici fra flussi in uscita, ma anche in entrata, in controtendenza. Ci sarà pertanto un nuovo equilibrio di natura sociale ed economica finanziaria, con il valore emergente della “comunità“".

Durante l’evento vi è stato poi un collegamento in diretta da Bruxelles con Pasquale D’Alessandro della Commissione Europea: "Sono consapevole del problema determinato dallo spopolamento – ha affermato l’esponente – tanto che abbiamo come obiettivo fondamentale quello di far restare sul territorio le persone residenti nei Comuni di montagna, in cui dobbiamo creare le stesse condizioni presenti nelle aree urbane. Abbiamo a tal proposito 21 milioni di euro da spendere. In Toscana, c’è un forte componente di “comunità“ – spiega D’Alessandro – Non così nel Sud e abbiamo progettato, per i prossimi anni, di intervenire nei piccoli Comuni di montagna per dare loro priorità nei loro progetti che rendano possibile la permanenza e contrastino parimenti l’esodo".

Roberto Oligeri