
Le barriere per impedire l’accesso al litorale danti all’ex Torino (foto Nizza)
Una discarica senza fine èl’estrema sintesi della cronistoria di un pezzo di litorale degradato. L’odissea del tratto di litorale di fronte all’ex Colonia Torino comincia alla fine degli anni ’70 quando l’erosione colpisce duramente l’area in fondo a viale Mattei. Per fermare i marosi, nasce una discarica, autorizzata dal Comune di Massa, che ingoia di tutto: dai pezzi in cemento del vecchio pontile, con ferri arrugginiti, a vecchie lapidi provenienti dal cimitero e scarti di carrozzerie, plastiche e inerti. Poi, tutto viene ricoperto. Negli anni, parte di quel tratto infausto è stato bonificato e restituito alla collettività.
"Portammo via ventidue camionate di rifiuti, tra eternit, gomme, rottami, ferri, resti dell’edilizia. Addirittura c’erano pezzi in cemento del vecchio pontile e vecchie lapidi provenienti dal cimitero. Insomma, una vera e propria discarica autorizzata, qui, su questo mare. Ci sono voluti diversi anni prima di arrivare ad una bonifica vera e propria" raccontava Giovanni Tassi, protagonista del risanamento di parte della discarica dove poi realizzò il ‘Bagno Tassi’. Resta il piazzale antistante l’ex colonia Torino, lato Marina di Carrara, a testimonianza della scellerata discarica, riportata alla luce dal mare che, anno dopo anno, avanza e scava.
Nel 2008 l’area è stata recintata e posta sotto sequestro al fine di ottemperare l’obbligo di prendere notizia dei reati, ricercarne gli autori, compiere atti necessari per l’applicazione della legge penale, nonché assicurare incolumità e salute pubblica. L’anno successivo è stata dissequestrata su autorizzazione della Procura, Arpat e Guardia di Finanza, per permettere al Comune di iniziare attività di rimozione e smaltimento dei frammenti di cemento amianto e altri rifiuti. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva chiesto all’allora sindaco di Massa la rimozione dei rifiuti e la caratterizzazione dell’area.
Nel 2010 il Comune di Massa ha trasmesso al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e alle restanti amministrazioni, gli esiti dei primi interventi di rimozione dei rifiuti. Tre anni l’area è ricompresa nel perimetro Sin di Massa Carrara di cui il Ministero ha consentito la ridefinizione del perimetro a 4 siti: Solvay, Syndial, ex Ferroleghe ed ex Farmoplant. La Regione Toscana è subentrata al Ministero nella titolarità delle aree restanti. L’anno successivo, il 2014 il Comune di Massa ha provveduto alla rimozione di rifiuti in collaborazione con Asmiu nella parte di litorale lato Viareggio. I materiali asportati risultano conferiti all’impianto di trattamento rifiuti Servizi industria Srl in zona industriale di Avenza. E’ emerso che la parte lato Marina di Carrara avrebbe dovuto essere oggetto di ulteriore intervento.
Nel 2018 Sogesid Spa, in qualità di soggetto attuatore, ha svolto indagini chimiche e merceologiche relazionandone gli esiti per stilare un progetto di intervento definitivo di sistemazione dell’area. Nel 2020 il Ministero ha emesso una nota con la quale stabilisce che i lavori da effettuare sulla spiaggia antistante la colonia Torino non sono una bonifica ma una semplice rimozione di rifiuti quindi il committente dei lavori non potrà più essere il Ministero stesso ma è da definirsi tra gli enti locali minori. Ma nel 2022 negli scavi viene riscontrata la presenza di frammenti di amianto, già visibile in precedenza anche a occhio nudo (già denunciati nel 2009). Lo scorso anno le mareggiate hanno portato alla luce spezzoni contenenti amianto. Inizia la procedura di rimozione ma le particelle emergono anche sotto i 15 centimetri rimossi. La bonifica viene così abbandonata perché i soldi non bastano. E quest’anno la decisione di una messa in sicurezza di emergenza: si ricopre tutto. Ancora.
Angela Maria Fruzzetti