La Consulta dei giovani vietata alla politica

Cgil, Cisl e Uil bocciano il bando del Comune che prevede che i ragazzi partecipanti non abbiano tessera di partiti o di sindacati

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di Claudio Laudanna

AAA cercasi giovani pronti ad impegnarsi per la città, astenersi perditempo e chi si schiera a sostegno delle proprie idee politiche e difende i diritti dei lavoratori. Che il bando per la formazione della consulta comunale delle politiche giovanile avesse qualche problema lo si era già capito quando l’amministrazione ha dovuto prorogare di dieci giorni la scadenza dei termini per la presentazione delle candidature perché ragazze e ragazzi faticavano a farsi avanti, ma dalla lettura attenta dell’annuncio pubblicato sull’albo pretorio si capisce bene che la mancanza di appeal verso le nuove generazioni non sia stata l’unica magagna di questa iniziativa di piazza II Giugno.

Lo sanno bene i sindacati confederali i cui segretari sono saltati sulla sedia quando hanno letto che tra i requisiti richiesti agli aspiranti commissari ci fossero, oltre a un età massima di 23 anni e al godimento dei diritti politici e altri passaggi di rito, anche quello non solo di non avere la tessera di nessun partito, ma neppure di essere iscritto a un sindacato. "Abbiamo letto con stupore e fondata perplessità l’avviso pubblico per la selezione dei componenti della consulta delle Politiche Giovanili del Comune – dicono Cgil, Cisl e Uil -. All’interno del bando manca solo che si specifichi a quali partiti o sindacati non si deve essere iscritti e poi la frittata sarebbe completa. Vogliamo sperare si tratti di una insensata svista e chiediamo che l’amministrazione comunale si pronunci prendendo le distanze da quello che potrebbe apparire come una disattenzione formale. La faccenda appare assai grave, e se confermata, la distanza nei contenuti dall’agire della giunta rispetto alla societàed ai suoi corpi intermedi appare non più recuperabile. Esiste forse una purezza grillina che nell’esercizio di atti e funzioni istituzionali esclude o preclude il libero e democratico esercizio di associazione politica o sindacale previsti chiaramente dalla nostra Costituzione?".

Immediato il chiarimento a riguardo da parte dell’amministrazione che, con l’assessore alle Politiche giovanili Federica Forti, assicura essersi trattato di un mero "errore materiale". Resta comunque il fatto che il bando, pubblicato lo scorso marzo è stato non solo è stato aperto per oltre un mese, ma è stato anche prorogato senza che nessuno lo modificasse.

"Nel regolamento della consulta si parla chiaramente della sua natura apolitica e apartitica – spiega Forti –, quando però questo è stato tradotto nel bando è stato posto in maniera esclusiva e tra i requisiti sono finiti anche il non avere tessere di partito o di un sindacato. Si è trattato di una svista che adesso correggeremo, quello che però chiediamo ai partecipanti è di non strumentalizzare la consulta".

D’altro canto finora non c’è stata proprio una corsa alla candidatura per formare un organismo che, secondo il disegno di palazzo civico, dovrebbe contare su ben 22 giovani tra i 14 i 23 anni. "Abbiamo ricevuto finora poco più di una decina di domande – prosegue l’assessore -. Non sono molte, ma crediamo che forse anche questa sbagliata stesura del bando abbia influito. Per questo presto riapriremo le iscrizioni con un testo corretto".