
Gli scultori dell’officina ‘Ponte di Ferro’ chiedono a cittadini e istituzioni di non lasciarli soli. L’area sottostante i ponti di ferro, dove scolpiscono circa 50 associati e tutti coloro che non hanno uno spazio per lavorare, è a rischio per un cambio di funzione voluto dalla proprietà. E questa importante realtà ed esempio virtuoso di rigenerazione urbana ad oggi rischia di essere cancellato.
"Stiamo rischiando di perdere la sede che ci ospita a causa di un cambio di funzione dell’intera area – scrivono dall’associazione Ponte di Ferro –. La nostra associazione è nata spontaneamente diciassette anni fa dagli sforzi coraggiosi di tre studenti dell’Accademia di belle arti, che presero a cuore un’ex area industriale inattiva, trasformandola in laboratorio di scultura. L’associazione nel tempo è diventata un importante polo culturale e di aggregazione per tutta la comunità di artisti e di cittadini, fornendo menti, spazi e mezzi, confermando la propria unicità e disponibilità".
"Abbiamo accolto nello stesso luogo scultori affermati, artigiani professionisti e giovani studenti dell’Accademia – prosegue lo scritto –, persone di varie nazionalità si sono trovate in città con la diretta intenzione di lavorare in questo spazio, creando opere magnifiche. Abbiamo ospitato le riprese per documentari in onda su reti nazionali, eventi culturali di integrazione, delegazioni e iniziative Unesco, Arci, laboratori, abbiamo dato luogo a simposi di scultura, scambi culturali a carattere internazionale, mostre di arte contemporanea, e l’elenco prosegue.
Ci appelliamo – prosegue il grido degli scultori – alla comunità chiedendo che una così importante realtà non scompaia, chiedendo che gli vengano dati una dignità, un’identità e un luogo definitivi, senza termini di scadenza o di sorta, chiedendo che venga protetta da qualsiasi altro interesse che potrebbe ostacolarne l’ulteriore sviluppo, chiedendo di preservare questo patrimonio che, dal principio, è un valore aggiunto che doniamo alla cultura della città. Senza il Ponte di Ferro la città di Carrara perderebbe un tassello fondamentale di cultura, integrazione, arte. Si tratta di un luogo nel quale la coesione degli associati fa sì che grandi artisti, bravi artigiani e giovani scultori lavorino fianco a fianco condividendo le proprie esperienze, arrivando a fare parte di una vera e propria comunità, aperta a tutti".