Quando il gioco è cura, unisce i bambini e li fa sentire a casa. Lo stesso gioco che traduce le relazioni tra lingue diverse all’interno di un reparto dove tutto intorno si fa serio. Daniele Calevro questo lo sa bene, lui che ha devoluto un premio in denaro alla ludoteca dell’Ospedale del cuore. Originario di Massa, 33 anni una maturità scientifica e la laurea in infermieristica, ora all’interno di pediatria dell’Opa. Daniele ha iniziato la sue esperienza in Monasterio quando l’ospedale stava mettendo in essere l’accreditamento del Joint Commission International, un ente terzo che che certifica la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria. Accreditamento arrivato nel giugno scorso così lui ha deciso di farci uno studio.
"Ho voluto spiegare come ci si trova da neolaureati in un ambiente in cambiamento – racconta –, dove si ha la standardizzazione delle procedure infermieristiche. Sono arrivato qua da neolaureato e ho subito vissuto la fase viva della cosa in un momento molto impegnativo per la degenza e per tutto l’ospedale". Assunzione che Daniele fa oggetto di studio e decide di presentarlo al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP), grazie anche al lavoro di Nicol Platone, referente appunto della società di cardiologia. E sarà proprio all’interno del congresso a ricevere il premio Nursing 2023 Gabriella Zunnino a cui è accompagnato un riconoscimento in denaro di 300 euro.
"Ho unito le due cose, l’inizio del mio lavoro e l’esperienza dell’accreditamento. Quando si finisce un corso di laurea in infermieristica non si è preparati al cento percento a ogni tipo di realtà, soprattutto quando ci si trova in una situazione particolare come in una degenza pediatrica, così ho voluto riportare l’esperienza di trovarsi in un ambiente nuovo a partire da zero".
Lo studio è partito all’interno di Monasterio e il premio è tornato a casa visto che il 33enne ha donato tutta la somma alla degenza pediatrica dell’Opa, affidata poi alla coordinatrice Paola Della Valle. Denaro che servirà per l’acquisto di giochi e strumenti per l’intrattenimento. "Noi in reparto abbiamo una stanza dedicata che si chiama ludoteca dove ci sono giochi e intrattenimenti per i bambini di varie fasce di età – prosegue l’infermiere –. Attraverso questa attività i bambini riducono la loro ansia per le procedure che noi mettiamo in essere come il ricovero o gli interventi. Questi piccoli hanno delle patologie con un ruolo importante sulla qualità della vita, quindi una stanza come la ludoteca li aiuta a sentirsi a casa, cosa che vale anche per i genitori. I bambini che sono nel nostro reparto vengono da varie parti del mondo e spesso non parlano la stessa lingua, ma tramite il gioco riescono a interagire tra di loro e quindi si crea un momento di unione".
Quando parla del futuro racconta che vorrebbe crescere all’interno di Monasterio che gli ha dato "l’opportunità di poter presentare abstract e studi di ricerca infermieristica ai congressi - conclude infine Daniele -. La letteratura conferma che l’uso del "therapeutic play" ha effetti positivi sull’ansia del bambino e sui genitori. L’infermiere riesce, anche con questi semplici mezzi, con empatia, a garantire un principio deontologico essenziale per la nostra professione, il tempo di relazione è tempo di cura, lo studio e la ricerca a servizio della cura. Sempre. Anche quando la cura passa attraverso il gioco".