Industria apuana, fatturati alle stelle Ecco i numeri prima della pandemia

I dati di Report aziende del 2019 vedono sul podio delle imprese Media steel, Italian sea group e Brotini auto

di Claudio Laudanna

Acciaio, grande distribuzione, nautica concessionarie di automobili e perfino cooperative sociali: scorrendo la classifica dei fatturati 2019 delle aziende apuane stilata da Report Aziende si trova davvero un po’ di tutto.

Basta però andare a leggere i dati sviluppati da Consodata per accorgersi che è sempre il marmo a fare la parte del leone nell’economia provinciale e questo nonostante siano soltanto 5 le aziende del lapideo che figurano nelle prime 15 dai fatturati più alti e undici nelle prime 30. D’altronde, se dai fatturati si passa ad analizzare gli utili dichiarati da ogni singola azienda allora la classifica si ribalta e le imprese del lapideo in quel caso occupano ben 8 delle prime 10 posizioni tanto in termini assoluti, quanto per la proporzione tra utili e fatturato.

Ecco allora che se ci ferma alla prima classifica, quella basata solo sul fatturato, a guidare la graduatoria provinciale nel 2019 è stata la massese Media Steel, una società creata da due colossi come Feralpi Siderugica e Duferco Italia Holding come gruppo di intermediazione di rottame di ferro, che con ben 206 milioni e spiccioli doppia i 97 milioni della carrarese The Italian Sea Group, il grande cantiere nautico del patron Giovanni Costantino che occupa un egregio secondo posto. Terzo gradino del podio, invece per il concessionario di automobili Brotini che con i suoi 74 milioni di fatturato precede la prima azienda lapidea, la Franchi Umberto Marmi, ferma a poco più di 64. Più distanti un altro concessionario, Rossi Leauto (42,92 milioni), la cooperativa Di Vittorio (41,6 milioni) e la Imerys, colosso dei granulati di calcio (41,32). Il lunigianese Gruppo Antonini è, invece presente in questa classifica con i dati 2018 e occupa l’ottava posizione con un fatturato di 36,2 milioni e precede un terzetto di giganti del marmo composto da Campolonghi (36 milioni), Sagevan (32 milioni nel 2018) e Marmi Carrara (31,9 milioni). Come detto questo scenario cambia, e di molto, se si prendono in considerazione solo gli utili dichiarati da tutte queste aziende.

In questo caso a guidare la pattuglia è un terzetto di aziende carraresi, tutte ovviamente fra i big del settore lapideo: Franchi Umberto (17,5 milioni di euro); Sagevan (13,3 milioni, ma nel 2018) e Gemeg (7,7 milioni). Alle loro spalle poi il bianco del marmo è ancora il colore dominante visto che una dopo l’altra si trovano Imerys, Il Fiorino, Marmi Carrara.

Unica eccezione in questo dominio del lapideo è la Foster, azienda carrarese di abbigliamento che, nel 2018, ha fatto registrare un fatturato di poco meno di 30 milioni e un utile di circa 3. Tra i big del marmo risultati di tutto rispetto li hanno fatti registrare anche Furrer, 24esima grazie a un fatturato 2018 di circa 23 milioni e un utile di 2,5 milioni, seguita a ruota da Gemeg (fatturato 2019 21,65 utile di oltre 7 milioni), Il Fiorino (fatturato 2018 19,6 milioni, utile 4,5 milioni) e Sam (fatturato 18,2 milioni, utili per 1,3 milioni.