
Indennità raddoppiate per i sindaci. Massa capoluogo, stipendi più alti
Sono entrati in vigore con il nuovo anno gli adeguamenti delle indennità degli amministratori locali disposti con la legge di bilancio nazionale del 2022. Il Governo all’epoca, di fatto, aveva definito un iter di adeguamento a step a partire dallo stesso anno, degli emolumenti percepiti da sindaci e vice, assessori, presidenti del consiglio comunale che è andato via via crescendo, ricalcolati tenendo come riferimento l’indennità dei rispettivi presidenti di Regione, quindi per la provincia apuana il termine di rispetto era il governatore della Toscana. Aumenti applicati pari al 45% nel 2022, poi al 68% nel 2023 e al 100% nel 2024. Un ‘rialzo’ delle indennità che è andato a incidere anche sul tetto massimo dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, che si cumulano fra le sedute consiliari e quelle delle commissioni.
Una riforma che ha avvantaggiato in particolare Massa, in qualità di capoluogo di provincia, visto che l’adeguamento arriva al 70% delle somme percepite dal presidente di Regione. Così il sindaco di Massa, oggi Francesco Persiani, dai 4.508,67 di allora passa quest’anno a 9.660 euro lordi mensili (per il 2022 ci si era adeguati a 7.074,20 per poi andare a salire). A cascata derivano quelli della giunta e del presidente del consiglio: il vice Andrea Cella prende il 75% del sindaco, ossia 7.245 euro; gli altri 8 assessori 5.796 euro lordi mensili e lo stesso vale anche per il presidente del consiglio, Agostino Incoronato. Per i consiglieri il gettone di presenza, pari a 32,53 euro, può cumularsi fino a un massimo di 1.552,50 euro.
A Massa, insomma, gli adeguamenti sono importanti e certo un bel balzo in avanti per chi può ricoprire un incarico di prestigio sperando nella tenuta della maggioranza per i 5 anni. Ma non va male neppure a Carrara. Lì gli aumenti sono minori perché manca la qualifica di capoluogo di provincia ma sono comunque rilevanti e per ora se ne può avvantaggiare la sindaca Serena Arrighi del Pd che incassa l’indennità piena da quest’anno: dai 3.718,49 di prima si è passati in via graduale a quasi 5mila nel 2022, poi 5.400 nel 2023 e ora il definitivo 6.210 euro lordi. Al vicesindaco, ruolo occupato oggi da Roberta Crudeli, vanno 4.657 euro. A tutti gli assessori e al presidente del consiglio comunale spettano indennità uguali, pari a 3.726 euro. Per i consiglieri, invece, i gettoni di presenza seguono la stessa regola di Massa.
Curioso il caso di Montignoso, dove certo l’adeguamento è più ridotto ma salva la fascia di appartenenza per… una trentina di abitanti che lo tengono sopra i 10mila, almeno stando ai dati Istat aggiornati al primo gennaio 2023. Così, a partire da quest’anno il sindaco Gianni Lorenzetti passa a 4.140 euro lordi (prima della riforma erano 2.788 circa); al vice sindaco, Raffaello Gianfranceschi, 2.277 euro, agli assessori 1.863 euro. Per i consiglieri, gettone da 19.99 euro cumulabile fino a un tetto massimo mensile di 1.035 euro. Ma il sindaco di Montignoso ora prenderà la stessa indennità del collega di Massa: 9.660 euro lordi mensili. La legge infatti equipara l’indennità per il presidente della Provincia a quella del sindaco del Comune capoluogo.
Francesco Scolaro