Omicidio Fiorentino, le indagini in mano ai Ris

Ieri un sopralluogo del magistrato e dei carabinieri con i nuclei speciali su macchie e tracce ematiche. Fotografie e reperti raccolti nella casa catalogati e inviati al Reparto investigazioni scientifiche di Roma

Gli inquirenti sulla scena del crimine all’ex campo profughi

Gli inquirenti sulla scena del crimine all’ex campo profughi

Carrara, 17 gennaio 2022 - Saranno i ris a chiarire cause e dinamica dell’omicidio nell’ex Campo profughi. Un sopralluogo del pubblico ministero Elena Marcheschi con i carabinieri, il maggiore Cristiano Marella e il tenente Walter Calandri sul luogo del delitto per scoprire e analizzare nuovi dettagli utili alle indagini.

Ieri mattina il magistrato titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Paolo Fiorentino si è recato all’ex Campo profughi con i carabinieri e il personale specializzato del nucleo operativo per analizzare tracce ematiche, macchie e forma delle gocce di sangue. Hanno effettuato rilievi per stabilire la direzione delle gocce e delle macchie di sangue insieme allo studio dei punti interessati dallo spargimento di sangue per ricostruire la posizione sulla scena del crimine dei due protagonisti, la dinamica dell’aggressione, eventuali spostamenti della vittima o dell’aggressore (che a sua volta era seriamente ferito ad una mano quando si è presentato in caserma), nonché altri dettagli per capire le loro abitudini di vita lí dentro. Si tratta di rilevamenti utili per capire la dinamica del delitto, il modo in cui quelle cinque o più coltellate sono state sferrate e gli ultimi movimenti avvenuti in quella casa prima che il senza tetto fosse assassinato sotto i fendenti di un coltello da cucina. Reo confesso Francesco Di Blasi che all’alba dello scorso giovedì si recò al vicino comando dei carabinieri per raccontare, ancora in stato di choc, l’agghiacciante gesto.

Adesso tutti i movimenti di quell’orribile nottata dovranno essere passati al setaccio e confermati da tracce ematiche e reperti che ieri mattina sono stati tutti fotografati e catalogati come indizi preziosi per ricostruire la scena del delitto. In particolare gli inquirenti si sono soffermati nel corridoio di quella degradata stamberga che Fiorentino divideva in un’odissea di povertà e squallore con Francesco Di Blasi. Ogni reperto dopo essere analizzato dagli specialisti dela compagnia dei carabinieri locale sarà inviato ai Ris di Roma per uleritori accertamenti e indagini. 

Presente l’avvocato di Di Blasi Francesco Vetere, ieri mattina sono stati passati in rassegna schizzi, sangue e tracce ematioche che ricoprivano le pareti del corridoio in cui Fiorentino esalò il suo ultimo respiro. Molto ci sarà da chiarire anche perla ferita alla mano riportata da Di Blasi molto probabilmente risultato di una sorta di colluttazione. Tutti elementi che gli inquirenti locali con l’ausilio dei Ris romani dovranno far quadrare in un puzzle le cui tessere parlando di un’uccisione scattata per motivi di povertà, disperazione, degrado e abbandono.