Tragedia sull’A12, la Stradale ora indaga. Il Comune ospita i tre superstiti

Il corpicino di Jod Hachami è all’obitorio in attesa dell’esame autoptico. La sorella ha una gamba ingessata, la madre è ferita a un braccio

L’ingresso dell’obitorio di Massa dove si trova la salma della piccola vittima

L’ingresso dell’obitorio di Massa dove si trova la salma della piccola vittima

Massa, 3 settembre 2022 - Sarà l’esame autoptico a stabilire con precisione le cause della morte della bambina di 4 anni coinvolta nel drammatico incidente avvenuto giovedì in autostrada, tra il casello di Massa e il Versilia. Il corpicino è all’obitorio in attesa del medico legale e la Procura della Repubblica ha già disposto l’autopsia. Poi la relazione finirà sul tavolo del Sostituto procuratore Elena Marcheschi, il Pm di turno quando è avvenuta la tragedia. Sullo stesso tavolo finirà anche la relazione della Polizia stradale che sta cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Per adesso non c’è nulla di certo. I dirigenti della “Stradale“ di Viareggio (dove lavorano uomini e donne accorse giovedì sul teatro dell’incidente) tacciono. Bocche cucite anche al comando provinciale di Lucca e a quello regionale di Firenze: tutto è coperto dal segreto istruttorio.

Ufficiosamente, però, qualcosa è trapelato. L’auto dove si trovava la piccola Jod Hachami Alauoi insieme a papà El Mehdi, 40 anni (lavora come falegname in provincia di Reggio Calabria), alla mamma e alla sorella è bruciata perché quando una vettura si capovolge ad andatura sostenuta, l’attrito delle parti metalliche con l’asfalto provoca scintille che possono facilmente raggiungere il serbatoio. Più difficile stabilire se l’auto guidata dal padre ha urtato qualcosa. Una seconda vettura? Il guard-rail? Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che la vettura, una berlina bianca carica di valigie e con le bici al seguito, potrebbe aver tamponato l’auto che la precedeva. Quella macchina ha fatto una manovra azzardata? Ha rallentato di colpo e l’urto era inevitabile? Il padre della piccola ha sterzato per non urtare una terza vettura? Lui a quanto pare non ricorda nulla, dice solo che ha sentito urlare e l’auto si è capovolta. Gli agenti cercano anche di capire (attraverso testimonianze, immagini delle telecamere e segni sull’asfalto) se il padre della piccola Jod manteneva la necessaria distanza di sicurezza. Se così non era, la dinamica dell’incidente diventerebbe più chiara. E’ solo una delle ipotesi, non c’è dubbio, ma c’è.

Tornando alla piccola, l’esame autoptico servirà a capire se Jod Hachami aveva o meno la cintura di sicurezza. Potrebbe essersi rotta per la violenza dell’urto, oppure potrebbe essersi rotta la cintura che teneva fermo il seggiolino. Lo stabilirà il medico legale. La sorella di Jod è stata dimessa ieri dall’ospedale: ha una gamba ingessata (piede compreso) ma sta bene. La madre ha delle ferite al braccio, ma nulla di grave. Il padre invece non ha riportato danni fisici. Ora i tre sono ospiti temporaneamente del Comune di Massa e hanno ricevuto varie visite dagli esponenti locali della comunità marocchina.

A uno di loro il padre ha detto che prima dell’incidente era uscito al casello Versilia per fare il pieno di gasolio e bere un caffè. Ha negato di aver avuto un colpo di sonno. Quando il corpicino di Jod sarà restituito alla famiglia, lo porteranno in Marocco dove sarà sepolto con rito islamico in una città alle porte del deserto.