Massa: l'inchiesta anti prostituzione, "Gestivo incontri per mantenere i miei figli"

Operazione dei carabinieri: interrogata la donna accusata con il compagno di sfruttamento e favoreggiamento

Un carabiniere (Foto di repertorio)

Un carabiniere (Foto di repertorio)

Massa, 27 aprile 2022 - La pandemia e il lockdown le avevano fatto perdere il lavoro per il quale era arrivata in Italia alcuni anni fa per mantenere la famiglia. Rimasta senza un euro in tasca e con due figli da crescere in Romania, aveva deciso di cambiare completamente posizione e diventare da dipendente a imprenditrice di sé stessa. Peccato che nella pratica quel mestiere scelto, ’la maitresse’, contrasti con la legge italiana. Ha parzialmente risposto al Giudice delle indagini preliminari Dario Berrino la donna quarantenne originaria di Sarzana accusata dalla Procura di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in un locale di scambisti di Marina di Massa.

L’operazione scattata all’inizio della scorsa settimana è stata portata avanti dai carabinieri del comando provinciale e ha visto l’arresto della donna e del compagno, italiano 50enne, anche lui residente a Sarzana. Entrambi sono attualmente agli arresti domiciliari. Nell’ordinanza firmata dal giudice si legge di 14 donne sfruttate, straniere e italiane, che vivevano situazioni personali diverse: in alcuni casi, i militari hanno accertato che vivevano uno stato di necessità e bisogno, tanto da essere costrette a prostituirsi anche per un’esigua somma di denaro, mentre il grosso dei proventi corrisposti dai clienti, pari anche al cinquanta per cento del totale, veniva trattenuto a fine serata dalla “maitresse”. I clienti adescati tramite annunci su una pagina web.

Ieri mattina, oltre la donna, è stato ascoltato dal giudice anche il compagno. Entrambi sono difesi dal legale Simone Barbieri del foro di Massa. "Posso dire – ha raccontato il legale riportando un riassunto delle risposte della cliente durante l’interrogatorio di garanzia – che la coppia ha risposto parzialmente a tutte le domande. Quindi ipotizzo che il giudice sia stato soddisfatto delle risposte dei miei assistiti. Abbiamo presentato istanza per diminuire la misura cautelare: il giudice si è riservato e nel giro di 5 giorni ci farà sapere la sua decisione".

«Inizialmente – ha proseguito – la mia assistita aveva un lavoro come aiuto cuoca e prestava servizio in alcuni ristoranti della zona. Ha due figli che adesso sono arrivati dalla Romania: all’epoca dei fatti gli stipendi in quella nazione erano molto bassi e per aiutare la famiglia fece tanti lavori onesti, poi con il lockdown si trovò senza più un euro e decise di affittare gli spazi del locale. Le persone offese, da quanto racconta la mia cliente, si prostituivano all’interno del locale per evitare di stare in casa. Erano persone già conosciute alle forze dell’ordine e non sono mai state costrette a fare sesso".

«I due – ha proseguito il legale – hanno ammesso che prestavano il locale per fare prostituire le donne. Per quanto riguarda la posizione del mio assistito, è stata descritta dalla compagna come marginale. Adesso attendiamo le indagini dei carabinieri e, dopo aver chiesto un alleggerimento della misura cautelare, adesso stiamo riflettendo su un eventuale patteggiamento".