
Pietro Mascolo, medico massese, partito e tornato dalla striscia di Gaza
di Alfredo Marchetti
Arrivati dalla guerra, avevano solo un sacchetto in cui hanno “raccolto” tutta la loro vita. L’Ospedale e ’Un cuore e un mondo’ si sono attivati per garantire ai bambini e alla mamma tutto il necessario: vestitini, pannolini per il più piccolo, cibo. E qualche gioco. Parlano arabo e una dottoressa di origine algerina li affianca nella traduzione Dopo qualche ora di riposo, ieri mattina sono iniziati i primi controlli per valutare la necessità di un intervento cardiochirurgico. Il bambino, che necessita delle cure dell’ospedale del Cuore è del 2014, arrivato ieri notte nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale del Governo che ha visto impegnate in prima linea la sanità toscana e la Prefettura. E’ atterrato all’alba con aereo militare a Pisa ed è stato accompagnato a Massa con l’ambulanza. Il bimbo ha una cardiopatia congenita che interessa la valvola tricuspide.
L’Ospedale del Cuore ha accolto anche la mamma e i due fratellini di 3 anni e 7 mesi (nessuno di loro presenta cardiopatia) in una delle case dell’ospedale, proprio di fronte alla struttura. Ad attenderli ieri mattina all’alba, i sanitari di Monasterio, la referente di Monasterio per la cooperazione Elisabetta Donnini ed Enrica Legname, la coordinatrice dell’associazione un Cuore un Mondo che si occupa della gestione delle case di accoglienza.
"Accoglienza è la parola che più di qualsiasi altra connota e identifica Monasterio – ha detto l dg Luciano Ciucci –. Da sempre siamo impegnati a garantire a tutti, indipendentemente dal paese di provenienza, le migliori cure. Siamo orgogliosi di accogliere in una delle nostre case, gestite con l’associazione Un Cuore Un Mondo, non solo il piccolo con cardiopatia, ma anche la sua mamma e i due fratellini. Vengono da un luogo teatro di guerra e non possiamo che essere felici di offrire loro un contesto il più possibile accogliente e carico di umanità". Dice la sua anche il governatore Eugenio Giani: "La Toscana, come sempre, è pronta ad allargare le proprie braccia e il proprio cuore, mettendo a disposizione le proprie eccellenze sanitarie e garantire così cure adeguate a chi non lo può ricevere nel proprio paese. Offriamo una speranza a chi soffre ed è meno fortunato e lo facciamo non solo in occasione di guerre o gravi emergenze, investendo nella cooperazione internazionale ad esempio per far crescere i sistemi sanitari di altre nazioni, ispirati da tre principi che sono alla base della sanità pubblica: ovvero equità, accesso universale e lotta alle disuguaglianze".