CRISTINA LORENZI
Cronaca

Il valore del leader. Mansi illustra al Rotary le qualità del vero capo: "Passiamo dall’io al noi"

L’imprenditrice del colosso della chimica Nuova Solmine, ospite nella conviviale del club Carrara e Massa, ha parlato della sua esperienza "Non basta dirigere, ma bisogna saper guidare il cambiamento".

Responsabilità, servizio, sacrifico. Così Antonella Mansi, amministratrice della Nuova Solmine, colosso della chimica, ha spiegato il concetto di leadership alla conviviale del Rotary Carrara e Massa. Invitata dal presidente Vincenzo Tongiani, nella conviviale da Ciccio a Marina, Mansi ha aperto un profondo momento di confronto e formazione con i numerosi soci illustrando parte della sua articolata e blasonata carriera nell’azienda di famiglia e i dettagli della sua formazione in casa, in azienda e nelle associazioni di cui è stata vertice. Nata nel Rotary, giovanissima rotataractina, Mansi è stata vice presidente nazionale di Confindustria e presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Una donna che ha scalato il mondo dell’industria all’interno della Solmine, poi quello dell’associazionismo, approdando poi alla finanza. Dal rapporto con il padre, quel capitano d’industria che l’ha formata, lasciata libera di sbagliare e di scegliere con la propria testa, con la consapevolezza che "lui mi avrebbe sempre salvata in caso di errore" Mansi ha dimostrato come una donna con le sue paure, il suo coraggio, fragilità e tenacia possa stare a testa alta e ricevere stima in un mondo ancora molto maschile.

Da qui il tema della serata sulla leadership. "La leadership non è necessariamente connessa al ruolo. Uno può essere un buon manager, decidere e organizzare il lavoro proprio e quello altrui, ma il leader è colui che guida il cambiamento. Non è necessario essere ceo o capi. Ci sono semplici impiegati capaci di leadership che sanno fare squadra, gestire il conflitto e far svoltare l’intero team verso nuovi orizzonti. L’autorevolezza e l’autorità non si hanno con il grado, o con il ruolo, ma si conquistano con la stima e la capacità. Stiamo uscendo da un ventennio dove l’io ha fatto da padrone. Adesso ci si sta riavvicinando al noi – ha spiegato l’imprenditrice –, con la consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte. Proprio noi rotariani abbiamo il compito di trasmettere quei valori propri del nostro sodalizio fatti di sana competizione e forte spirito associativo. I valori imparati da giovani in questo club li ho poi messi in pratica in azienda e nel mio percorso da imprenditrice. Da qui e da mio padre ho imparato il sacrificio, il servizio, la responsabilità che sono stati la stella polare della mia formazione. Il leader è un cavallo che dà agli altri l’andatura. Egli trova legittimazione nei risultati. Questo ho fatto io come donna, anche in ambienti dove non era facile essere stimati".

Da qui i dettagli della sua esperienza che è stata una sorta di lezione sul campo fatta di alzate e ricadute. "I fallimenti sono necessari per crescere – ha concluso –. Questo devono imparare i ragazzi e i giovani. Senza fallimento non esiste fortificazione. Sono regole da imparare per la strada del successo".