Mille anni fa la Via Francigena era percorsa da pellegrini che, spinti da forti motivazioni spirituali, si mettevano in viaggio verso Roma. Viaggiavano a piedi, a dorso di mulo o a cavallo, tra mille difficoltà, pericoli e privazioni. Nel terzo millennio alle migliaia di “pellegrini moderni” diretti a Roma, si offrirà la possibilità di conoscere, oltre a città turisticamente rinomate, anche paesi di provincia e piccoli borghi. Tra queste Sarzana occupa un ruolo d’eccezionale importanza: la città medievale era il centro nevralgico nel quale si ricongiungeva la Via Francigena con la Via per Santiago di Compostela. Un crocevia di pellegrini che transitavano in Val di Magra e che verranno riportati nella bella città medievale. È lo scopo dell’iniziativa di Confartigianato con il Comune di Sarzana e l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), in programma sabato alle 10 nella sala consiliare di Palazzo Roderio. Con il coordinamento del giornalista Fausto Rossi, i saluti del sindaco di Sarzana, Cristina Ponzanelli parteciperanno Giuseppe Menchelli, direttore Confartigianato La Spezia, Egidio Banti, presidente del centro culturale “Niccolò V”, Giorgio Borrini, assessore alla cultura del Comune di Sarzana, Luca Parodi, coordinatore commissione cultura della Regione Liguria e i dirigenti di AEVF, tra i quali Luca Bruschi, direttore AEVF, Francesco Ferrari, vicepresidente e Luca Faravelli, project manager. L’iniziativa mira ad instaurare una collaborazione permanente per organizzare attività congiunte e coordinate con particolare riferimento alle tematiche legate allo sviluppo del turismo sostenibile, attraverso la valorizzazione dei mestieri artigiani tradizionali e innovativi legati al genius loci e all’identità dei territori attraversati dalla Via Francigena, in particolare nelle aree interne. Il lavoro comune vuole essere un laboratorio di innovazione sociale e di buone prassi, finalizzato ad accrescere le potenzialità del turismo lento dei cammini, in forte espansione.
CronacaIl turismo dei cammini, tendenze e prospettive: il caso Via Francigena