REDAZIONE MASSA CARRARA

"Il tempo rende giustizia" L’amaro amarcord di Zubbani L’ex sindaco rievoca l’alluvione

Dopo le sentenze di risarcimento per le aziende, il socialista ricorda le accuse della Regione "Improvvidi e solerti forcaioli: la storia sta giudicando il loro operato chiamandoli a rispondere".

"Il tempo rende giustizia" L’amaro amarcord di Zubbani L’ex sindaco rievoca l’alluvione

"Infine eccoci qua, dopo dieci anni arrivano le prime sentenze e scrivo questi pensieri seguendo il lento corso della Giustizia rivivendo quei giorni di angoscia e tristezza". Chi parla è l’ex sindacao Angelo Zubbani dpop la sentenza della Cassazione sui risarcimenti alle aziende danneggiate dall’alluvione del 2014 che mise in ginocchio il territorioe cambiò radicalmente le carte in tavola del suo secondo mandato.

"Bene per le aziende – scrive Zubbani ricordando cappi in piazza e tentativi di linciaggio – che verranno risarcite dalla Regione e dalla Provincia, a seguito di condanne definitive. Dispiace invece per i tanti danneggiati come commercianti e cittadini che non avendo messo in campo gli avvocati restano privi di adeguati risarcimenti per i danni subiti. Anche in questa vicenda la rabbia si è scatenata subito alimentata anche da frange politiche e aveva bisogno di un bersaglio a portata di mano per avere una giustizia “sommaria” immediata senza andar per il sottile. Male per chi di questo è vittima, malissimo se è del tutto estraneo ai fatti e alle colpe che gli vennero attribuite. Insomma ci si sfoga subito e quasi mai succede che qualcuno chieda scusa della serie “chi ferisce scrive sulla sabbia chi è ferito scrive sul marmo”. All’epoca ero sindaco – è l’amaro amarcord di Zubbani – e mentre ci davamo tutti da fare per fronteggiare l’emergenza venivo minacciato e finanche aggredito. Ora scorro il lento procedimento della giustizia e delle prime sentenze, ma il nome di Angelo Zubbani non compare mai e nemmeno quello di un assessore né di un dipendente comunale e ancor meno di un dirigente tecnico o del sociale tutti impegnati a fronteggiare il disastro con le proprie competenze. Ecco che oggi leggendo tra le righe con ancora negli occhi la paura e lo sgomento di tanti trovo un conforto che mi riconcilia con la mia gente anzi con tutti, anche con quelli che colsero un momento tragico per colpire un bersaglio sbagliato. E se con tanti mi sono riconciliato mi è più difficile farlo con rappresentanti delle istituzioni superiori di allora, in primis della Regione Toscana, allora giudici improvvidi e solerti forcaioli mentre oggi la storia sta giudicando il loro operato chiamandoli a rispondere. Ma ormai di questi non importa più perché si sono messi in salvo lasciando i conti da pagare a chi è venuto dopo. È però ai miei concittadini a cui tengo a far conoscere la verità, a quelli che mi furono vicini allora e anche a quelli più inquieti.

Non so se questo ancora importa ma scrivo queste righe perché la lezione non vada persa perché è una lezione di civiltà e umanità che vale per tutti".