
Pontremoli, debutta oggi nella chiesa di San Geminiano lo spettacolo che vede sul palco le ragazze dell’Istituto Penale Minorile
Il teatro che spalanca le porte consente a chi è dietro le sbarre di assaporare la libertà. Va in scena questa sera alle 21 nella Chiesa di San Geminiano lo spettacolo teatrale “La Ballata dell’Angelo Ferito” per la regia di Paolo Billi. Ovvero come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza. Un lavoro collettivo, iniziato 11 anni fa, con le ragazze dell’Istituto Penale Minorile di Pontremoli dal Teatro del Pratello e dal Centro giovanile “Monsignor Sismondo” con il sostegno del Comune di Pontremoli e della Regione Toscana.
Per allestire la pièce le nove protagoniste ospiti della struttura hanno ottenuto il permesso dalla direzione dell’Ipm di poter svolgere la quasi totalità delle prove e ben sette spettacoli all’esterno del luogo di detenzione prove e all’esterno del carcere, presso la chiesa di san Geminiano, che ha ospitato con grande disponibilità le attività per tutto il mese di settembre. Si chiamano Anissa, Belen, Beki, Chanel, Karima, Mara, Nicole, Tatiana, Zina. Insieme agli studenti agli studenti del Liceo Malaspina e dell’Istituto Pacinotti- Belmesseri di Pontremoli: Hussein Arbichi, Gabriele Chiartelli, Matilde Delucchi, Matteo Lleshi, agli attori pontremolesi Lorenzo Borrelli ed Eleonora Casetta e con la partecipazione di don Giovanni Perini, cappellano nell’Istituto Penale Minorile di Pontremoli, animeranno la scena teatrale. Gli elementi scenici sono di Irene Ferrari, l’aiuto alla regia di Elvio Assuncao e Francesca Dirani.
"Il testo dello spettacolo è per l’80 per cento frutto del laboratorio di scrittura dell’istituto Pacinotti Belmesseri, del Liceo Malaspina e del Liceo Vescovile – spiega il regista Paolo Billi –. Non c’è invenzione letteraria, ma il lavoro di scavo di oltre 40 studenti partecipanti nell’approfondimento della tematica che dà il titolo alla rappresentazione, ispirata da un dipinto del 1903 di Hugo Simberg che raffigura un angelo ferito portato da due barellieri. Questa immagine è stata il punto di partenza assieme all’interrogativo che voleva indagare chi fosse l’angelo tra i tre personaggi raffigurati. Il testo nasce dal lì. Ci sono tre narratori che descrivono ciò che hanno visto, ma intervengono anche testimoni vari".
Gli attori, seduti in un grande cerchio, insieme agli spettatori, narrano quanto accaduto in un paese: il ritrovamento di un angelo ferito. Tanti sono i testimoni e diverse le persone che intervengono: alcune fortemente ostili nei confronti della creatura “diversa”, altri, che invece, si interrogano con sguardi empatici su come il tutto sia possibile. C’è chi interviene sulla scena del fatto, ma dalle testimonianze non si capisce se siano soccorritori o vessatori. Nel raccontare i fatti, sempre gli stessi, la comunità, interrogando la vittima e i presunti rei, ha sguardi così diversi da non riuscire a giungere ad una versione condivisa. Il lavoro creativo si è articolato in una prima fase, nello scorso aprile, legata alla seconda edizione di “Curae Festival”, il primo convegno in Italia dedicato a teatro, mediazione e giustizia riparativa in cui le ragazze ospiti dell’Ipm hanno presentato un primo studio su " La Ballata dell’Angelo Ferito" e hanno partecipato a diversi eventi performativi nell’ambito del festival, che ha coinvolto ben 14 istituti penali per minorenni in Italia.
“La Ballata dell’Angelo Ferito”, in replica fino a sabato 28 settembre, è uno spettacolo per gruppi limitati di spettatori: saranno (un massimo di 75 a replica. Accanto alle repliche serali, due matinée sono dedicate agli istituti scolastici superiori della Lunigiana, che assisteranno allo spettacolo nell’ambito di un più ampio percorso di promozione della legalità che il Teatro del Pratello porta avanti da diversi anni sul territorio lunigianese.
Natalino Benacci