di Francesco Marinello
Siamo giunti al termine della diciannovesima edizione di Con-Vivere. Una stagione all’insegna del cambiamento, sia in termini di tematiche culturali sia a livello organizzativo, avendo dovuto fare i conti con un maltempo che ha costretto per la prima volta l’organizzazione ad adottare soluzioni di palcoscenico diverse, garantendo comunque il regolare svolgimento di tutti gli eventi previsti all’aperto nelle cornici di Palazzo Binelli, del Teatro Animosi e del Cinema Garibaldi.
Un piano b gestito coscientemente dalla kermesse, che non ha fatto perdere l’entusiasmo alla comunità facendo riscontrare il tutto esaurito a ogni evento in programma, sia alle conferenze sia allo spazio bimbi sia ai concerti. Un bilancio critico e partecipativo dunque molto positivo per il festival diretto da Emanuela Mazzi, organizzato dalla Fondazione CrC e con la consulenza scientifica dell’emerito professor Mauro Ceruti, confermandosi come l’evento principe dell’annata culturale carrarese, in grado di affollare il centro storico con un clima identitario di festa, riflessione e convivialità.
Ne hanno giovato bar e ristoranti, presi d’assalto dai visitatori tra un evento e l’altro, meno invece altri esercizi e attività come mostre e gallerie. Dimostrazione concreta che la cultura può essere un volano importante per il tessuto economico di un territorio, se ben programmata e gestiva come il festival del centro storico. Ma ciò che conta è aver rivisto e percepito una città viva che ha ritrovato lo smalto culturale che mancava da tempo. Gli eventi e gli ospiti si sono rivelati tutti di un livello culturale significativo, spaziando dalla scienza all’arte, dall’evoluzione alla medicina robotica, passando per la fantasia dei più piccoli, la filosofia e la musica. L’insidioso tema del cambiamento è stato sviscerato in tutte le sue forme, grazie a un discorso interdisciplinare accademico da cui è emerso come la rivoluzione tecnologia e l’intelligenza artificiale siano due dei temi più controversi e dibattuti nei salotti contemporanei.
Riprendendo le parole delle autorità che sono intervenute sui palchi in questi giorni, Con-Vivere è una festa identitaria della città, che invita alla riflessione, al dialogo e al progresso, ma forse è proprio questa l’unica nota storta che traspare da quest’ultima sua esibizione, e cioè l’essere diventato ormai un evento appannaggio solo della comunità carrarese, ben lungi, proprio come ricorda la comunità stessa, dal rappresentare una vetrina quasi nazionale come con la gestione del compianto Remo Bodei, uno di quegli illuminati, come ha ricordato anche il presidente della Fondazione Crc Enrico Isoppi, che aveva capito anzitempo l’importanza di portare la cultura nelle piazze.
L’invito è sì quello di ripartire dall’ottimo lavoro culturale e organizzativo svolto quest’anno e confermare i numerosi risultati positivi ottenuti da partecipazioni e critiche, ma anche soprattutto alzare ancor di più l’asticella creando un’efficace sinergia tra festival, istituzioni, comunità e regione, con uno occhio di riguardo verso il continuo cambiamento e avere, come scrive Mauro Ceruti, un punto di vista lungimirante per comprendere la complessità e orientarsi verso il futuro senza più preoccupazioni, ma con la consapevolezza che sia fondamentale mettersi in gioco. Un bilancio che anche quest’anno promuove a pieni voti la manifestazione organizzata per rendere ricca culturalmente la nostra città.