CRISTINA LORENZI
Cronaca

Il sublime Un mondo possibile con il teatro

Armando Punzo ha presentato al Garibaldi la Compagnia della Fortezza: un futuro per i detenuti del carcere di Volterra

Armando Punzo ha presentato al Garibaldi la Compagnia della Fortezza: un futuro per i detenuti del carcere di Volterra

Armando Punzo ha presentato al Garibaldi la Compagnia della Fortezza: un futuro per i detenuti del carcere di Volterra

Voleva disegnare il silenzio, si domandava come fosse stare seduti su un raggio di luce. Dalla volontà di superare il teatro tradizionale, di andare oltre la stagione fatta di cartelloni e rassegne, Armando Punzo, più di 30 anni fa portò il teatro dentro il carcere di Volterra. Nacque quella compagnia della Fortezza che non solo aggiunse un importante tassello alla drammaturgia contemporanea, ma cambiò anche la stessa casa di reclusione toscana. Forse Punzo non è riuscito a sedersi su un raggio di luce, ma è riuscito a dare una veste al futuro di chi senza il teatro avrebbe perso ogni speranza. A trasformare il luogo della sofferenza in una utopia. Tanto che chi entra nella compagnia trova difficoltà a uscirne, anche a prezzo della libertà. É successo a Paul Ciocian che dopo aver terminato il periodo di reclusione è diventato cittadino di Volterra e continua la sua attività di attore a fianco di Punzo creando situazioni per chi pensava di non avere più vie d’uscita. Il contenuto dirompente di questo progetto è descritto nel film di Gianfranco Pannone ’Qui è altrove. Buchi nella realtà’ che è stato proiettato davanti a una sala strapiena al Garibaldi su iniziativa di Spazio Alberica con la collaborazione del gestore Silvano Andreini. Al termine della toccante pellicola che affonda le mani nelle viscere della Fortezza di Volterra quando questa si apre a tutte le compagnie di detenuti d’Italia con la masterclass ’Per aspera ad astra’, Armando Punzo con l’attore Ciocian e il garante per i detenuti di Volterra, l’avvocato Ezio Menzione, si sono sottoposti a un fuoco di fila di domande del pubblico introdotti e presentati da Marina Babboni, già direttrice degli Animosi che nel ’94 fece quella coraggiosa scelta di inserire il ’Marat Sade’ interpretato dai detenuti di Punzo nel cartellone del teatro.

Un incontro con il pubblico che è stato un excursus sulla vita carceraria, sui diritti dei detenuti, sull’importanza dell’attività teatrale e creativa che consente di aprire un ponte sul futuro di chi deve scontare una pena, che fa diventare lo spazio dentro le sbarre un luogo dove tutto è possibile. Lo stesso Menzione ha raccontato la portata del progetto che riesce a garantire il diritto alla libertà per chi quella libertà ha perso. "Il teatro consente di immaginare e costruire una vita per il dopo carcere, che spesso chi sta dentro non riesce a configurare". "Non ci sono né santi né eroi – ha precisato Punzo – Ognuno di noi è mosso da una propria esigenza di salvezza personale. Io stesso mi sono avvicinato qui più di 30 anni fa per realizzare una mia idea di teatro che fuori non riuscivo a concretizzare. Solo riuscendo a stabilire una comunicazione con chi viene privato della forza del comunicare ho trovato un senso al mio lavoro". Un miracolo che dura da 30 anni che è riuscito nella costruzione di un mondo possibile nel posto dove l’utopia viene spenta. Un rivoluzionario della prosa, che professa l’inutilità dell’arte ma che al contempo ti fa capire con il sublime quanto il teatro sia importante e necessario per l’umanità, la cui deflagrante portata è stata riconosciuta da Mattarella che gli ha conferit l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.