REDAZIONE MASSA CARRARA

Il sitting volley per praticare l’inclusione

Al liceo scientifico ’Fermi’ l’insegnante Lorella Dell’Amico ha avviato un corso di pallavolo che vede in campo disabili e non

A scuola di inclusione. La pallavolo paralimpica sbarca al liceo scientifico ‘Enrico Fermi’. Il dipartimento di scienze motorie della scuola cittadina grazie alla sua referente, la professoressa Lorella Dell’Amico, ha organizzato un interessante progetto esterno che rientra tra le attività integrative del liceo scientifico sportivo e che consentirà ai ragazzi di tre classi, due terze e una quarta, di cimentarsi per 18 ore nel sitting volley. Si tratta di una disciplina paralimpica già praticata in 70 Paesi di tutto il mondo e che sta riscuotendo un discreto successo anche nel nostro Paese. Al di là della pratica di questa attività, che si svolgerà in orario scolastico in questi mesi, le lezioni saranno anche un modo per riflettere su quello che è il sottotitolo stesso dell’iniziativa ovvero ‘lo sport paralimpico e l’inclusività come valori fondamentali della società’. Per farlo la dirigente scolastica Stefania Figaia ha chiesto, con la collaborazione dell’insegnante Gianluca Giannetti, l’intervento di Furio Dioguardi, genovese, insegnante di sostegno al Pacinotti Belmesseri di Bagnone, nonché docente di scienze motorie all’università di Genova, allenatore e docente nazionale Fipav, che ha creato prima in Lunigiana il Bagnone Sitting Volley e poi in Liguria, a Chiavari, l’Entella Sitting Volley. Un esperto dunque di questa disciplina, che avrà il compito anche di stimolare gli alunni a riflessioni fondamentali sul tema della disabilità e sul valore della differenza, sulla necessità di diffondere lo sport paralimpico, utilizzandolo come strumento educativo e praticandolo in situazioni particolari, ad esempio fare pallavolo da seduti.

"Il sitting volley – spiegano dalla scuola - si fonda sul valore fondamentale dell’inclusività, perché vede in campo insieme atleti con disabilità fisica e non, in un’autentica atmosfera di gioco e di competizione". "Per tanti anni ho allenato squadre di volley, ero in cerca di qualche cosa di diverso dal semplice agonismo, nella consapevolezza che lo sport oltre che un divertimento è soprattutto uno strumento educativo e formativo per tutti – aggiunge Dioguardi -. Il sitting volley si gioca da seduti in terra così si gioca ad armi pari e questo fa bene più a chi rinuncia al vantaggio che a chi se ne giova ed è un terreno di incontro perfetto tra atleti disabili e atleti normodotati. Il sestetto deve sempre avere in campo almeno due o tre atleti con disabilità e si gioca senza tanti riguardi per chi è svantaggiato e questo è il miglior modo per far sì che la persona con disabilità si senta uguale agli altri".