Il rito del pane si fa teatro. Granata al biscottificio. Impastare fra le emozioni

Un fine settimana con ’Crescente’ dove protagonista è il lievito madre. Un’iniziativa voluta dal connubio di Anna Lalli con Margherita Dogliani .

Il rito del pane si fa teatro. Granata al biscottificio. Impastare fra le emozioni

Il rito del pane si fa teatro. Granata al biscottificio. Impastare fra le emozioni

Si intitola ’Crescente. Il rito del pane’ e ha come protagonista il lievito madre. L’attore Tindaro Granata, regista teatrale, direttore del Tindari festival in Sicilia, già conosciuto al pubblico di Con-Vivere per la perfomanca Antropolaroid, organizza un’iniziativa dove si dovrà andare armati di grembiule e ingredienti. Così venerdì 10, dalle 18 alle 22, e sabato 11 maggio dalle 10 alle 12,30 e dalle 14 alle 16,30, nei locali del biscottificio Piemonte si potrà "vivere un’esperienza profonda che genera pace, lievitando parole buone come il pane". Un’iniziativa che da tempo Granata sta portando con successo nei teatri di Italia e che adesso approda nel suo luogo più naturale, il biscottificio, grazie al connubio delle associazioni ’Teatro sui tetti’ e ’L’angelo e le stelle’ di Anna Lalli e Margherita Dogliani.

"Non è un corso per panificatori – scrivono le organizzatrici – e non è una performance, ma la scelta di conoscere i segreti di questa nobile arte, dove la manualità dell’impasto di farine, acqua e “u criscenti” (il lievito madre) è l’occasione per diventare custodi di un antico lavoro umano, che si ripete e dai tempi".

Tindaro Granata racconterà la differenza tra il pane antico e moderno "l’origine del lievito, le farine antiche; si impasterà insieme; si riscoprirà la grande intelligenza del nostro corpo nel riconoscere il proprio impasto e si praticherà ̀la lentezza del gesto del fare, l’attesa e la gioia di nutrirsi della propria opera d’arte. Parlare, scoprire, raccontare, ridere, ricordare: questo accadrà per chi sperimenterà l’antico rito del pane". I partecipanti sono invitati a portare una storia scritta sul proprio rapporto con il pane, che tra i tempi di riposo e di lievitazione dell’impasto, ognuno potrà leggere o raccontare ai compagni di laboratorio o ad un eventuale pubblico di uditori. Non è uno spettacolo, ma un raccontarsi in modo intimo. Per impastare sarà necessario munirsi di una ciotola comoda, un cucchiaio, un una bottiglia di acqua naturale da un litro, un canovaccio, un barattolino per portarsi il lievito madre a casa, sale fino. Tindaro introdurrà il laboratorio, parlando di farine e di lieviti; si inizia poi ad impastare, imparando le varie fasi di passaggio, sino al primo dei riposi dell’impasto. Questo è uno dei momenti, in cui si leggono i racconti dei partecipanti e del loro legame col pane.